L’età classica greca è il periodo compreso tra la fine delle guerre persiane e la guerra del Peloponneso. Fu un periodo di fioritura economica e culturale: Atene, in particolare durante l’età di Pericle, diventò una potenza economica e attirò artisti e filosofi da tutta la Grecia. Si acuì però anche il contrasto tra Atene e Sparta, che portò alla devastazione della guerra del Peloponneso.

Sparta e Atene nell’età classica greca

Dopo la fine delle guerre persiane, la Grecia affrontò una serie di cambiamenti politici, sociali ed economici. Le città-stato erano profondamente influenzate dalle esperienze delle guerre e si trovavano ad affrontare le sfide della ricostruzione e della ridefinizione del loro ruolo nella regione. Sparta e Atene emersero come le principali potenze dell’area.

Dopo la seconda guerra persiana, molte città-stato si unirono nella lega delio-attica (477 a.C.), un’alleanza guidata da Atene. L’alleanza era stata inizialmente creata per contrastare la minaccia persiana, ma continuò a esistere anche dopo la fine delle guerre. Tuttavia, le rivalità tra le città-stato continuarono a persistere. Sparta, che aveva guidato la coalizione greca durante la seconda guerra persiana, mantenne un atteggiamento di diffidenza verso Atene. La città emerse definitivamente come una potenza dominante del Peloponneso. La società spartana rimase fortemente orientata alla disciplina militare, e Sparta esercitò il proprio controllo su molte città-stato del Peloponneso.

Atene nell’età di Pericle

Nel periodo successivo alle guerre persiane, Atene conobbe un periodo di prosperità sotto il governo di Pericle (461-429 a.C.). Questo periodo, noto anche come l’età dell’oro della polis, vide un notevole sviluppo delle arti, dell’architettura e della filosofia ad Atene.

Già la riforma di Clistene, nel 508 a.C., aveva trasformato il sistema politico ateniese, creando una democrazia più inclusiva. I cittadini ateniesi parteciparono sempre più alla politica attraverso l’assemblea popolare, la boulé (consiglio della comunità) e l’uso della giuria nei tribunali. Durante l’età di Pericle, Atene vide la costruzione di monumenti importanti come il Partenone e l’Eretteo sull’Acropoli, testimonianze della ricchezza e della grandezza della polis in quel periodo. Pericle inoltre si circondò di intellettuali, e in particolare di filosofi come Protagora e Anassagora.

La tensione crescente tra le città-stato di Sparta e Atene, emergenti come potenze predominanti, sfociò infine nella guerra del Peloponneso, un conflitto che ebbe profonde conseguenze sulla storia della Grecia antica.

La guerra del Peloponneso e la fine dell’età classica greca

La guerra del Peloponneso (431-404 a.C.) fu la conseguenza delle crescenti tensioni tra le due principali leghe greche: la lega delio-attica guidata da Atene e la lega peloponnesiaca guidata da Sparta. In una prima fase (431-421 a.C.), lo scontro si consumò in conflitti locali e scorribande navali. La peste di Atene nel 430 a.C. causò notevoli perdite umane, incluso il leader ateniese Pericle.

Un breve periodo di pace fu negoziato tra Atene e Sparta, noto come la pace di Nicia (421 a.C.). Tuttavia, i conflitti continuarono nelle regioni periferiche. Nel 415 a.C. Atene intraprese una spedizione disastrosa contro Siracusa, che indebolì notevolmente la sua posizione. A questa seguirono altre sconfitte per gli Ateniesi (413-404 a.C.), compresa quella nella battaglia navale di Egospotami (405 a.C.). La città fu assediata e costretta alla resa nel 404 a.C., segnando la fine del conflitto.

La sconfitta portò al declino dell’egemonia di Atene e al sopraggiungere di un periodo di instabilità politica ed economica. Sparta emerse come la potenza dominante nel mondo greco, ma la sua supremazia portò a una situazione di oppressione e instabilità nelle città-stato sconfitte. La guerra lasciò la Grecia indebolita e divisa, e preparò il terreno per le conquiste di Alessandro Magno.

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