Struttura e tematiche della Divina Commedia, la principale opera di Dante, nonché una delle opere che hanno fondato la letteratura italiana. Visione allegorica del viaggio compiuto dal poeta nell’aldilà, il poema è anche una riflessione sulla natura umana e sulla situazione politica dell’epoca.

Divina Commedia: tematiche e aspetti generali

La struttura della Divina Commedia è composta tre cantiche: Inferno, Purgatorio e Paradiso. Dante infatti narra in prima persona il suo viaggio attraverso i tre regni dell’aldilà, sotto la guida di Virgilio (nell’inferno e nel purgatorio) e poi di Beatrice (nel paradiso). Ogni cantica è composta 33 canti, a eccezione dell’Inferno, che ne ha 34 (il canto I è un prologo a tutta l’opera). Ciascun canto, a sua volta, è composto da terzine di endecasillabi in rima incatenata.

L’epoca di composizione delle tre cantiche si pone tra il 1304 e il 1321. La pubblicazione di Inferno e Purgatorio risale agli anni 1313-1314 e 1315-1316, quando il poeta era ancora vivo. Postumo invece uscì il Paradiso, a cui Dante dedicò i suoi ultimi anni (ma sappiamo che alcuni canti circolarono separatamente). Infine, ricordiamo che il titolo originale era Commedia: l’aggettivo Divina è successivo e si deve a Boccaccio.

Divina Commedia: struttura e contenuto dell’Inferno

Canto I: il prologo

Come ricordato, l’Inferno ha 34 canti, uno in più rispetto alle altre due cantiche. Il canto I, infatti, funge da prologo all’intero poema. All’inizio Dante, a 35 anni, vaga smarrito per una «selva oscura». Sale qui su un colle illuminato dal sole, dove per trova tre fiere – una lonza, un leone e una lupa – che lo bloccano. A salvarlo interviene il poeta latino Virgilio, che gli rivela che potrà raggiungere la salvezza attraverso un lungo cammino, attraverso inferno e purgatorio. Da qui inizia il viaggio di Dante nell’aldilà.

Struttura dell’inferno dantesco

L’inferno è una voragine a forma di cono rovesciato. Ha avuto origine quando Lucifero, ribellatosi a Dio, fu scagliato verso il basso: l’impatto a terra generò appunto la voragine infernale. L’ingresso è una porta che si trova nei pressi di Gerusalemme.

L’inferno è composto da nove gironi, cioè nove centri concentrici. I dannati, a seconda delle colpe commesse in vita, sono assegnati a uno specifico girone. A segnare il confine è l’Acheronte, un fiume sotterraneo. Prima del fiume ci sono gli ignavi, coloro che in vita non seppero scegliere né per il né per il male. Dopo il fiume, invece, c’è il limbo, il primo cerchio, dove si trovano le anime dei bambini morti prima del battesimo. Con loro ci sono anche i sapienti dell’antichità, vissuti prima di Cristo.

La suddivisione dei dannati

Nei gironi infernali, i dannati sono disposti in progressione, dalle colpe più leggere alle più gravi. In base alla legge del contrappasso, ogni peccatore subisce una pena che può essere il contrario della sua colpa oppure in analogia con essa. Nella tabella sono elencati i cerchi e le relative colpe.

  • Nella prima sezione (cerchi II-V) si trovano i peccatori di incontinenza, cioè coloro che non hanno saputo frenare le proprie passioni, e cioè: lussuriosi, golosi, avari e prodighi, iracondi e accidiosi.
  • Tra il V e il VI cerchio ci sono le mura della città infuocata di Dite, che vengono presidiate dai diavoli.
  • Nel VI cerchio si trovano gli eretici e nel VII i violenti, a loro volta suddivisi in violenti contro il prossimo, violenti contro se stessi (suicidi) e violenti contro Dio (bestemmiatori), la natura (sodomiti) e l’arte (usurai).
  • Nei due cerchi successivi sono puniti invece i peccatori di malizia.
  • Nell’VIII cerchio ci sono le Malebolge, una serie di dieci fosse concentriche (le bolge appunto) in cui vengono puniti i fraudolenti che hanno ingannato persone che non si fidavano (ruffiani e prodighi, lusingatori, simoniaci, maghi e indovini, barattieri, ipocriti, ladri, consiglieri fraudolenti, seminatori di discordia, falsari).
  • Dopo il pozzo dei giganti si trova il IX cerchio, costituito dal lago ghiacciato di Cocito, in cui sono puniti i traditori. È diviso in quattro zone: Caina (traditori dei parenti), Antenora (traditori della patria), Tolomea (traditori degli ospiti) e Giudecca (traditori dei benefattori).

Al fondo dell’inferno, nel centro della Terra, si trova il Cocito. Qui Lucifero è immerso fino alla cintola, e tiene in bocca i tre più famosi traditori della storia: Bruto, Cassio (i traditori di Cesare) e Giuda (traditore di Cristo). Dante e Virgilio si aggrappano alla sua pelliccia e percorrono lo stretto corridoio della Burella, attraverso cui escono dall’inferno.

Divina Commedia: struttura e contenuto del Purgatorio

Struttura del purgatorio dantesco

Il purgatorio accoglie le anime che necessitano una purificazione per potere raggiungere il paradiso. Sorge agli antipodi di Gerusalemme, nel mezzo dell’oceano. È un monte di forma tronco-conica che è formato dalla terra spostatasi quando Lucifero fu scagliato dai cieli. Dante e Virgilio, usciti dall’inferno, arrivano sulla spiaggia ai piedi del monte, dove arrivano anche le anime. Ci si trova infatti nell’antipurgatorio dove le anime sostano prima iniziare il cammino di purificazione. A portarle lì è un angelo con una navicella lungo le rive del Tevere.

Suddivisione delle anime

Nell’antipurgatorio si trovano gli scomunicati, i pigri a pentirsi, i morti di morte violenta, i principi negligenti. Al purgatorio si accede dopo aver superato una porta custodita da angeli, ed è diviso in sette cornici, che percorrono i fianchi e corrispondono ai sette vizi capitali. Ogni cornice è custodita da angeli. Anche in purgatorio, come all’inferno, vale la legge del contrappasso. Il penitente passa per tre fasi: gli vengono mostrati esempi di virtù, gli viene fatta vedere la pena e gli si danno alcuni esempi di castighi per la colpa.

Nel purgatorio le colpe sono classificate secondo la dottrina dantesca dell’Amore:

  • colpe «per malo obietto» (superbi, invidiosi, iracondi), cioè quando l’Amore è rivolto a un oggetto indegno, per esempio a se stessi;
  • colpe «per poco vigore» (accidiosi), quando si ha un Amore verso Dio troppo debole;
  • colpe «per troppo vigore» (avari e prodighi, golosi, lussuriosi), quando si ha un Amore eccessivo verso i beni terreni.

In cima al monte c’è il paradiso terrestre, a significa che, alla fine del percorso di espiazione, l’uomo torna alla sua purezza precedente al peccato originale. Qui Dante ritrova Beatrice, che lo costringe a rivelare le sue colpe e che sostituisce Virgilio come guida. Dopo un bagno nel fiume Lete (per dimenticare le colpe) e uno nell’Eunoé (per ricordare il bene compiuto), Dante può salire nei cieli.

Divina Commedia: struttura e contenuto del Paradiso

Struttura del Paradiso di Dante

Il mondo della Commedia è formato da sfere concentriche. La terra, di forma sferica, occupa il centro. Sopra di essa c’è la sfera del fuoco, sopra la quale ci sono le nove sfere celesti. Ciascuna sfera è in movimento, è occupata da un pianeta o da una stella ed è abitata da una diversa schiera di angeli. L’Empireo sovrasta tutto: è la sede di Dio, che imprime il movimento agli altri cieli.

Suddivisione dei cieli e delle anime nel Paradiso di Dante

Tutte le anime beate hanno sede nell’Empireo, che è un cielo spirituale, non fisico. Per incontrare Dante accettano però di scendere in uno dei cieli sottostanti, secondo lo schema:

CieloAstroSchiera angelicaSpiritiVirtù teologali
I cieloLunaAngelispiriti mancanti ai votitemperanza
II cieloMercurioArcangelispiriti attivi
III cieloVenerePrincipatispiriti amanti
IV cieloSolePodestàspiriti sapientiprudenza, fortezza, giustizia
V cieloMarteVirtùspiriti militanti
VI cieloGioveDominazionispiriti giudicanti
VII cieloSaturnoTronispiriti contemplativi
VIII cieloStelle fisseCherubini
IX cieloPrimo MobileSerafini

Giunto nel cielo delle Stelle fisse, si assiste al trionfo di Cristo e di Maria. Dante deve poi affrontare un esame teologico su fede, speranza e carità di fronte a Pietro, Giacomo e Giovanni. Infine, nel Primo Mobile, Dante vede Dio rappresentato come un punto luminoso, circondato da nove cerchi di luce, che corrispondono alle nove schiere angeliche.

Passato all’Empireo, vede le anime vestite di bianco e sedute nella Candida Rosa, al cui centro c’è un raggio della luce divina riflessa dal Primo Mobile. Un coro di angeli fa la spola da Dio ai gradini della Candida Rosa, distribuendo la grazia divina. Qui Beatrice viene sostituita da san Bernardo, che prega la Vergine di intercedere per Dante presso Dio. Seguendo la luce divina, il poeta si fonde con Dio e arriva a comprendere i suoi misteri.

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