Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio 2024

La vita nuova di Dante racconta l’ideale storia d’amore tra il Poeta e Beatrice. Dante rielabora lo stilnovo, dando importanza a temi come il saluto, la lode e la nobiltà della donna. Rispetto allo stilnovo, però, per quanto riguarda il ruolo dell’amore, che guida l’animo dell’innamorato.

La vita nuova di Dante: composizione

La vita nuova di Dante è un prosimetro, cioè un’opera che contiene parti in prosa e parti in versi. È una raccolta di rime giovanili, accompagnate da un’interpretazione dell’autore, scritta in prosa. Il modello è quello delle rezos provenzali: un romanzo con brani di prosa intervallati da sonetti e canzoni. Un altro modello è il De consolatione philosophiae di Boezio, che ebbe molta influenza sulla letteratura latina medievale. Le prime poesie sono state scritte, probabilmente, attorno al 1286, dapprima per varie donne e poi Beatrice. I componimenti sono stati poi selezionati e raccolti dopo la morte di Beatrice, tra il 1291 e il 1296.

Trama de La vita nuova di Dante

Centrale, come dicevamo, è la storia di Dante e Beatrice. Il poeta incontra la donna a 9 anni e subito prova un sentimento d’amore. Inizia quindi a comporre poesie per lei ma allo stesso tempo finge di corteggiare altre donne, che però sono donne «dello schermo». Bisogna infatti evitare che qualcuno riconosca l’amata, perché diventerebbe oggetto di malelingue. Beatrice tuttavia si indigna, giudica «villano» il comportamento di Dante e gli nega il saluto. Il libro ripercorre quindi i tormenti di Dante e la sua sofferenza: da qui nasce la decisione di dedicarsi alla lauda, secondo i canoni dello stilnovo. Il poeta comincia quindi a tessere le lodi della «donna gentile». Il pubblico è un ristretto gruppo di spiriti affini.

Tuttavia, un sogno rivela a Dante l’imminente morte di Beatrice. Quando la donna muore, il poeta attraversa un periodo di dolore, ma poco dopo approda a un sentimento di di gratitudine per la «donna gentile». Si torna così al culto di Beatrice: in una visione, Danti rivede la donna, ormai nella gloria dei cieli. Decide così di riprendere a scriverle poesie solo quando sarebbe stato in grado di «dicer di lei quello che mai fosse detto d’alcuna».

Struttura de La vita nuova di Dante

La vita nuova può essere suddivisa in tre parti:

  1. la prima parte descrive gli effetti dell’amore sull’innamorato;
  2. la seconda parte è dedicata alla lode di Beatrice;
  3. la parte è centrata sulla morte di Beatrice.

Il nome Beatrice è reale, ma anche una valenza simbolica: è la donna in grado di donare beatitudine. È stata identificata con Bice de’ Portinari, figlia di Folco Portinari e moglie di Simone dei Bardi. Dante pone l’amore per Beatrice al centro di tutta la sua vita, sia intellettuale sia sentimentale. È l’evento centrale della sua giovinezza, ma segna anche il passaggio verso lo stilnovismo, di cui fornisce un’interpretazione originale. Il tema del rinnovamento spirituale come conseguenza dell’amore è d’altra parte rimarcato anche dal titolo dell’opera, Vita nuova appunto.

Le tematiche: la vita, l’amore, la donna, Dio

Non è chiaro se La vita nuova sia un testo autobiografico o una rivisitazione simbolica dei sentimenti provati dall’autore. È probabilmente, comunque, che parta da esperienza reali, di cui cerca il significato simbolico segreto. In ogni caso, l’opera vuole essere una vicenda esemplare e assoluta, che esprime valori universali. Gli elementi concreti sono sfumati, indeterminati, e anche i gesti sono privi di concretezza. Non troviamo quindi riferimenti chiari a luoghi, tempi o persone: sguardi, lacrime e sospiri contribuiscono a creare un’atmosfera evanescente, in un alternarsi di episodi “reali” con visioni.

Per questo è possibile considerare La vita nuova come un itinerarium mentis in Deum. Come Dante, anche la mistica cristiana ritiene infatti che il viaggio dell’anima verso Dio avviene in tre fasi:

  1. l’anima ama Dio extra nos, cioè a partire dagli oggetti esteriori che osserva nel creato;
  2. in seguito la felicità nasce intra nos, cioè dalla consapevolezza che l’uomo ha di amare Dio per se stesso;
  3. infine, l’amore per Dio trasporta l’anima supra nos, cioè sopra di sé, fino a congiungerla con la divinità.

L’amore per Beatrice, quindi, è superiore a quello narrato fino ad allora dai trovatori. Non si limita infatti a rendere il poeta più gentile, ma lo trascina verso l’alto e gli fa raggiungere Dio. Se quindi in Guinizzelli e Cavalcanti l’amore porta da Dio alle cose terrene, per Dante è l’esatto contrario: la donna è un tramite per raggiungere Dio.

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