La letteratura francese ha le sue origini nell’XI secolo, quindi in anticipo rispetto alla letteratura italiana e alle altre letterature neolatine. In particolare, nel centro-nord dell’attuale Francia si parlava la lingua d’oïl (il francese antico), mentre nelle regioni meridionali era diffusa la lingua d’oc (da cui deriva l’occitano). I generi principali della letteratura in lingua lingua d’oïl furono la canzone di gesta (chanson de geste) e il romanzo cavalleresco. In lingua d’oc, invece, si sviluppò la lirica cortese, destinata a influenzare la nascente letteratura italiana e a fornire modelli per la successiva poesia europea.

Alle origini della letteratura francese: la letteratura in lingua d’oïl

La chanson de geste

La chanson de geste (canzone di gesta) è un genere di letteratura epica nato nella Francia centro-settentrionale. Erano opere in lingua d’oil, che in una fase più antica dovevano avere una trasmissione orale. In seguito questi poemi furono messi per iscritto, e solo in una fase successiva si trasformò in un genere scritto, con caratteristiche proprie. Le opere più conosciute sono riconducibili al ciclo carolingio, che ha per protagonisti i paladini di Carlo Magno, e sono ambientate durante la guerra contro i saraceni. Sono tra le più alte espressioni della cultura feudale, intrisi di di spirito religioso, e attraverso le imprese dei cavalieri esaltano le virtù eroiche e militari.

Tra le più antiche ci sono la Chanson de Guillaume (metà del XII secolo) e la Chanson de Gormont et Isembart (1130 circa). La più famosa e importante è però la Chanson de Roland (Canzone di Orlando), risalente al 1100, che racconta un episodio della guerra tra franchi e saraceni, con il tradimento di Gano e il sacrificio del paladino Orlando. In tutti e tre i casi si tratta di opere che risentono ancora della tradizione orale. Il genere avrà poi un’evoluzione verso forme letterarie più sofisticate. Tra gli autori più importanti ci fu Adenet (seconda metà del XIII secolo), noto come le roi des menestrels.

Il romanzo cavalleresco

Maggiore fortuna rispetto alla chanson de geste ebbe il romanzo cavalleresco. A partire dal XII secolo, questo genere in lingua d’oïl si diffuse dalla Francia in gran parte d’Europa. A differenza del romanzo moderno, si tratta però di un genere in versi, scritto in ottosillabi rimati a coppie. Il nome deriva dalle origini del genere: un’opera in lingua romanza che aveva il compito di divulgare contenuti dotti a un pubblico vasto, che non conosceva il latino. In seguito il romanzo cavalleresco subì un’evoluzione e divenne un genere a sé stante, basato sul gusto per la narrazione e la centralità dei valori cortesi. Va precisato che “cortese”, che inizialmente indicava i membri della corte reale, e che in seguito acquista il significato di «elegante», «gentile».

La struttura di base prevede un protagonista (in genere un cavaliere) che deve compiere delle imprese per raggiungere beni preziosi. Si tratta di un modello di vita cortese, un individuo superiore per prestanza fisica e nobiltà degli ideali. Centrali sono i temi della donna (nel cui nome il cavaliere compie le sue imprese) e quello dell’amore corte (l’amore come forza assoluta, giustificato di per se stesso). Le trame possono essere ispirate alla storia antica, ma i romanzi più celebri sono riconducili al ciclo bretone o arturiano, e raccontano le avventure di re Artù e i cavalieri della Tavola Rotonda. Maggiore autore di romanzi cortesi è senza dubbio Chrétien de Troyes, vissuto nel nord della Francia e attivo tra il 1160 e il 1180.

La letteratura in lingua d’oc: la lirica provenzale

Nelle corti della Provenza e dalla Francia meridionale si sviluppò un nuovo tipo di lirica in lingua d’oc (occitano). Gli autori erano detti trovatori (troubadours, dal verbo trobar, “comporre, inventare”) e componevano sia la musica sia i testi. Fu una poesia colta e raffinata, estremamente influente sulla letteratura europea successiva, che si basava sul modello dell’amore cortese. La poesia è un mezzo attraverso cui il trovatore esprime gioia per l’amore perfetto (fin’amors) e tesse le lodi dell’innamorata, la donna-signora di cui il poeta è un vassallo e un servitore. È una poesia, in particolare, che analizza l’Amore in tutti i suoi aspetti, anche quelli contraddittori. Il poeta canta la distanza dalla donna (che in genere appartiene a un ceto superiore) ma anche l’aspirazione a raggiungere per instaurare un dialogo. Aspirazione destinata però al fallimento.

Secondo la tradizione, il primo trovatore fu il duca Guglielmo IX di Aquitania (1071-1127). Si ricordano però anche i nomi di Bertrand de Born, Jaufré Rudel e Arnauld Daniel e Bernart de Ventadorn. Questi ultimi due sono considerati i principali esponenti del trobar clus («poetare chiuso», uno stile elaborato, artificioso e oscuro) e del trobar leu («poetare dolce», uno stile più limpido).

Gli altri generi della letteratura francese delle origini

Oltre ai generi già visti, gli autori ne usarono anche altri, tra cui:

  • i cosiddetti «romanzi d’amore e peripezia», che narrano di due innamorati separati da varie vicissitudini (come Floire e Blanchefleur oppure Aucassin e Nicolette);
  • il romanzo allegorico, che prevede un uso profano dell’allegoria e che ruota sempre attorno al tema dell’amore cortese (come il Roman de la Rose, composto dal chierico Guillaume de Lorris e completato da Jean de Meung);
  • i fabliaux (favolelli), componimenti che narrano vicende comiche e popolari tratte dalla quotidianità, spesso con intenti satirici;
  • favole dal contenuto morale, non prive anch’esse di intenti satirici (come il Roman de Renard, un raccolta di racconti medievali in lingua francese del XII e XIII secolo).

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