Ultimo aggiornamento: 24 Aprile 2023

Il manierismo in letteratura segnò una fase nuova rispetto al Rinascimento, caratterizzata da un senso di inquietudine. Fu un fenomeno inizialmente pittorico, che poi si estese all’architettura e che attualmente si usa per descrivere anche la letteratura della seconda metà del Cinquecento. Nato originariamente in Italia, entro la fine del secolo si diffuse poi in Europa.

Manierismo: periodo e caratteristiche

Il concetto di manierismo è oggetto di dibattito tra i critici. Il termine è stato utilizzato inizialmente nella storia dell’arte per definire lo stile di pittori come Pontormo, Rosso Fiorentino e Parmigianino. Il primo a parlare di “maniera”, intesa come “stile”, fu Vasari nelle sue Le vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architettori (1555). Poiché gli artisti rinascimentali (come Leonardo, Michelangelo e Raffaello) avevano raggiunto i vertici dell’arte, sarebbe stato impossibile eguagliarli. Di conseguenza, i posteri avrebbero potuto solamente imitarne la “maniera”, cioè lo stile. Dalla pittura il termine manierismo è passato a indicare anche una corrente della scultura (Cellini, Giambologna) e dell’architettura. Da ultimo, a metà del XX secolo, si è cominciato a parlare anche di una letteratura manierista.

Generalmente si vede il manierismo come un momento di crisi, la fase declinante del Rinascimento (si parla anche di «autunno del Rinascimento»). Si può inoltre considerare come una fase di passaggio, compreso tra il Rinascimento e le nuove istanze del periodo barocco. Già nel XVII secolo, d’altra parte, lo si riteneva come un movimento vuoto e decadente. I canoni formali del classicismo rinascimentale trovarono nel manierismo ampia diffusione, fino ad arrivare all’esasperazione. Erano poi gli stessi anni del concilio di Trento (1545-1563) e della Controriforma, che diffusero in Italia (e poi in Europa) un nuovo senso di inquietudine morale ed esistenziale.

Caratteristiche del manierismo in letteratura

A caratterizzare la letteratura del manierismo è proprio questo senso di inquietudine. L’ordine e l’armonia che avevano caratterizzato il Rinascimento risultano progressivamente abbandonati. Si ricerca invece una nuova modalità per esprimere la nuova visione della realtà, più problematica e meno pacificata. Così, nella pittura le figure si allungano in modo innaturale e il colore genera atmosfere surreali. Nella letteratura, invece, si riprendono i modelli del classicismo ma spesso in una chiave deformante, che risponde a un gusto per il bizzarro e l’artificio formale che troverà piena esplosione nella letteratura del barocco.

Il manierismo è infatti un periodo di dibattiti teorici sulla poesia e le sue forme. I canoni del classicismo si era cristallizzati in rigidi precetti, ma allo stesso tempo, avendo eliminato l’esigenza di armonia ed equilibrio tipicamente rinascimentale, lo scrittore poteva avere maggiori libertà espressive. È come se un senso di stanchezza avesse spinto l’individuo presso situazioni di disequilibrio e contraddizione. L’individuo, in altre parole, cessa di essere il centro dell’equilibrio, ma appare lacerato e segnato da vari conflitti interiori. Da qui deriva inoltre l’attenzione per il dettaglio, che diventa centrale in alcune opere, soprattutto quando ha risvolti bizzarri e insoliti.

Altro elemento caratteristico è il proposito moraleggiante di alcuni autori, la volontà di aderire rigidamente all’ortodossia religiosa. Questa attenzione, che si ricollega all’azione controriformistica, è però esclusivamente esteriore: dietro il conformismo si nascondono non di rado ispirazioni di carattere sensuale.

Il manierismo nella letteratura italiana

In Italia, il manierismo nella letteratura ha come suo principale esponente Torquato Tasso (1544-1595), autore della Gerusalemme liberata (1581). Nella vita e nell’opera di Tasso sono infatti ben visibili le inquietudini morali, religiose ed esistenziali che caratterizzano la cultura della seconda metà del Cinquecento. Molti personaggi del poema sono infatti introversi, conflittuali, lacerati tra l’istinto del piacere e il dovere che reprime i desideri. Travagliata fu anche la composizione dell’opera, che passò attraverso varie revisioni, al fine di adattare lo stile e i contenuti ai valori della Controriforma. Tasso tentò infatti di conciliare le forme classiche della tradizione con le finalità didattiche e edificanti richieste dal concilio. Le revisioni alla fine portarono a una totale riscrittura dell’opera, ripubblicata nel 1593 con il titolo di Gerusalemme conquistata.

Le inquietudini del periodo trovarono espressione, però, anche nella vita e nell’opera del filosofo Giordano Bruno (1548-1600). Appassionato intellettuale, sviluppò un’originalissima filosofia anti-sistematica, influenzata dal neoplatonismo e dall’eliocentrismo copernicano, e venata di panteismo. Bruno fu anche polemico nei confronti della tradizione letteraria, dimostrando insofferenza nei confronti delle regole formali, giudicate pedanti.

Alla letteratura del manierismo italiano sono però riconducibili anche Battista Guarini (1538-1612) e il suo Pastor Fido (1573), uno dei più importanti poemi pastorali della letteratura italiana. Da ricordare anche Paolo Sarpi (1552-1623), autore di una Istoria del Concilio tridentino (1619), nonché studioso di medicina, biologia, astronomia, filosofia e teologia. Importante documento della società e dell’arte del periodo è poi la Vita di Benvenuto Cellini (1558-1567, stampata nel 1728).

Il manierismo nella letteratura europea

In Europa, il manierismo interessò anzitutto la pittura. Sono manieristi, per esempio, artisti spagnoli come Alonso Berruguete, Pedro de Campaña, Pedro Machuca e soprattutto El Greco, autore di celebri dipinti caratterizzati da un marcato misticismo. In Francia invece uno dei principali centri di diffusione della pittura manierista fu Fontainebleau, dove si elaborò quella che passò alla storia come la maniera francese.

Più difficile è invece individuare gli esponenti del manierismo in letteratura. Alcuni critici riconducono a esso le opere di due grandi autori della seconda metà del Cinquecento: Miguel de Cervantes (1547-1616) e William Shakespeare (1564-1616). Nella letteratura inglese si parla poi di manierismo per la poesia metafisica di John Donne (1572-1631), per il suo uso dell’ironia e del paradosso in polemica con la tradizione poetica del periodo elisabettiano. Manierista è inoltre considerata talvolta la poesia del portoghese Luís de Camões (1524-1631), autore del poema epico I Lusiadi (1572).

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