Ultimo aggiornamento: 18 Novembre 2023

Classicismo e anticlassicismo sono i due poli attorno a cui ruota la letteratura del Rinascimento. Accanto a questi, alcuni autori parlano anche di una cultura della contraddizione, che caratterizza una parte importante della letteratura europea del Cinquecento.

Classicismo

Con classicismo si intende la tendenza a riutilizzare modelli provenienti dalla tradizione classica, adattandoli al mondo contemporaneo e utilizzando il volgare. Scrittori ed eruditi crearono quindi dei codici, basati sui classici, che superavano le differenze culturali e linguistiche. Nacquero così opere che si rivolgevano a tutte le classi colte della penisola italiana. Allo stesso tempo, gli autori classicisti proposero norme linguistiche generali e nuove regole che riguardavano l’uso dei diversi generi letterari (su tutti, si può Pietro Bembo). Questa attività normativa interessò però anche il comportamento da tenere (si pensi al Cortegiano di Castiglione). In ogni caso, furono trasformazioni che seguirono un’evoluzione non lineare, sebbene ricca di creatività.

Anticlassicismo (o antirinascimento)

Allo stesso si diffusero però anche tendenze opposte al classicismo, a cui si fa riferimento come anti-classicismo o anti-rinascimento. In questo caso, al rifiuto dei modelli del classicismo segue il recupero di elementi da folklore e dal dialetto. È una letteratura che ricorre quindi allo sperimentalismo linguistico, ma senza ignorare completamente la lezione dei classici, che rimangono sì dei riferimenti, ma vengono utilizzati con intenti ironici. Folengo e Ruzante sono tra i più rappresentativi autori dell’anticlassicismo.

Oltre classicismo e anticlassicismo: la cultura della contraddizione

Alcuni critici parlano poi di una cultura della contraddizione. Sotto questa etichetta troviamo Machiavelli, Ariosto, Erasmo e Rabelais. Ad accomunarli sono il fatto di essere nati prima dello scoppio delle guerre d’Italia e i forti legami con lo sperimentalismo letterario di fine Quattrocento. Negando la possibilità di dare una visione unitaria della realtà e dell’uomo, questi autori propongono un punto di vista critico, che mostra invece l’ambivalenza nascosta in qualsiasi comportamento.

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