Analisi del Decameron di Giovanni Boccaccio, a partire da struttura, trama e personaggi dell’opera. Scritto tra il 1348 e il 1351, è l’opera più importante dello scrittore fiorentino, e nel Cinquecento diventò un modello per la prosa in volgare.

Fasi della composizione

Non è possibile ricostruire con sufficiente certezza le fasi di composizione del Decameron. Boccaccio iniziò a lavorarci subito dopo la peste di Firenze del 1348 e completò l’opera nel 1351. Tuttavia, ritornò più volte sul testo con revisione e limature, fino alla fine dei suoi giorni. Non è però chiaro come avvenne la pubblicazione. L’introduzione alla IV giornata, che sembra rispondere a delle critiche, lascia immaginare che le giornate siano state pubblicate separatamente, forse mano a mano che l’autore le completava.

Trama e temi del Decameron

Il Decameron si apre con una descrizione della peste di Firenze, che fa da cornice all’intera opera. L’autore, che è testimone diretto, racconta la situazione nella città: la pestilenza, oltre che la morte, ha infatti portato anche al decadimento civile e morale. In questo contesto di morte e malattia, dieci giovani (sette femmine e tre maschi) si ritrovano nella chiesa di Santa Maria Novella e decidono di lasciare Firenze e di rifugiarsi nella campagna di Fiesole, in un luogo descritto come locus amoenus. Per alleviare le sofferenze dell’attesa, i dieci giovani decidono di raccontare ciascuno una novella, per dieci giorni. Ogni giorno sarà eletto un re o una regina, e le novelle del giorno saranno accomunate dallo stesso tema.

L’organizzazione dei giovani fa da antitesi alla situazione descritta nella Firenze colpita dalla peste. Se nella città regnano il caos e la morte, nella campagna dominano invece l’ordine e la concordia, che si esprimo nella pianificazione delle giornate, con re e regine che si alternano e che decidono l’argomento delle novelle. La compagnia quindi, seppur dedita ad attività piacevoli, diventa un esempio sotto il profilo etico e morale. Qui si comprende anche il doppio fine di Boccaccio, che da un lato si proponeva il diletto del lettore, dall’altro cercava anche l’utile.

Significato del titolo e legame con la struttura del Decameron

Il titolo Decameron, infatti, deriva dal greco deka hemérai, e significa “dieci giorni”. Si tratta di un titolo che ricalca un’opera della teologia cristiana, il trattato Hexaemeron di sant’Ambrogio, in cui si commenta la creazione del mondo a opera di Dio narrata nella Genesi. Il sottotitolo, invece, è Prencipe Galeotto, a indicare la funzione che il libro avrà di intermediario tra amanti (così come, nel ciclo bretone, Galeotto aveva aiutato gli amori tra Lancillotto e Ginevra).

Già il titolo definisce quindi quella che è la struttura del Decameron, una raccolta di cento novelle, suddivise in 10 gruppi (cioè giorni) e inserite in una cornice narrativa (la peste). Si tratta di una forma narrativa che Boccaccio riprese dalla tradizione medievale, ma che si ritrova anche in altre tradizioni (come nelle Mille e una notte).

Personaggi del Decameron

I nomi dei dieci giovani protagonisti sono Fiammetta, Filomena, Emilia, Elissa, Lauretta, Neifile, Pampinea, Dioneo, Filostrato e Panfilo. A turno, ciascuno di loro svolge il ruolo di re o di regina, che ha il compito di stabilire il tema del giorno per le novelle. Ci sono tuttavia delle eccezioni. La prima e la nona giornata, per esempio, sono a tema libero. L’ordine con cui prendono la parola i narratori e casuale, sebbene Dioneo parli spesso per ultimo. Un’altra eccezione, che riguarda sempre Dioneo, è il fatto che non sempre la sua novella riguardi il tema scelto per la giornata.

Argomenti e struttura delle giornate del Decameron

Fuggiti da Firenze, i giovani dell’«onesta brigata» trascorrono due settimane impegnati in passatempi vari. Tra questi ci sono, appunto, le novelle, che non vengono raccontate il venerdì e il sabato. Le novelle si dispongono quindi in dieci giorni, come indica in greco il titolo dell’opera: Ta tòn deca emeròn biblìa, ossia I libri delle dieci giornate. In totale si tratta quindi di cento novelle: dieci narratori che narrano ciascuno dieci novelle nell’arco di dieci giorni. A questi si aggiunge l’introduzione alla IV giornata, narrata da Boccaccio (così come la cornice dell’opera).

Gli argomenti sono riportati nella tabella che segue.

I giornata (mercoledì)«sotto il reggimento di Pampinea si ragiona di quello che più aggrada a ciascheduno»
II giornata (giovedì)«sotto il reggimento di Filomena, si ragiona di chi, da diverse cose infestato, sia oltre alla sua speranza riuscito a lieto fine»
III giornata (domenica)«si ragiona, sotto il reggimento di Neifile, di chi alcuna cosa molto da lui desiderata con industria acquistasse o la perduta ricoverasse»
IV giornata (lunedì)«sotto il reggimento di Filostrato, si ragiona di coloro li cui amori ebbero infelice fine»
V giornata (martedì)«sotto il reggimento di Fiammetta, si ragiona di ciò che a alcuno amante, dopo alcuni fieri o sventurati accidenti, felicemente avvenisse»
VI giornata (mercoledì)«sotto il reggimento d’Elissa, si ragiona chi con alcun leggiadro motto, tentato, si riscotesse, o con pronta risposta o avvedimento fuggì perdita o pericolo o scorno»
VII giornata (giovedì)«sotto il reggimento di Dioneo, si ragiona delle biffe, le quali o per amore o per salvamento di loro le donne hanno già fatte a’ suoi mariti, senza essersene avveduti o sì»
VIII giornata (domenica)«sotto il reggimento di Lauretta, si ragiona di quelle beffe che tutto il giorno o donna a uomo o uomo a donna o l’uno uomo all’altro si fanno»
IX giornata (lunedì)«sotto il reggimento d’Emilia, si ragiona ciascuno secondo che gli piace e di quello che più gli aggrada»
X giornata (martedì)«sotto il reggimento di Panfilo, si ragiona di chi liberalmente o vero magnificamente alcuna cosa operasse intorno a’ fatti d’amore o d’altra cosa»

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