Ultimo aggiornamento: 14 Ottobre 2023

Giovanni Verga pubblicò Rosso Malpelo nel 1878 sul «Fanfulla», quindi lo ripropose in opuscolo nel 1880. Nello stesso anno la inserì nella raccolta Vita del campi. Opera cruciale nella letteratura italiana dell’Ottocento, segnò il passaggio verso il verismo.

Personaggi

  • Rosso Malpelo: il protagonista della novella, un ragazzo dai capelli rossi che lavora in una miniera di rena;
  • Misciu “Bestia”: il padre di Malpelo;
  • Ranocchio: un altro ragazzo che lavora nella miniera, amico di Malpelo.

Giovanni Verga, Rosso Malpelo: riassunto

Malpelo si chiamava così perché aveva i capelli rossi; ed aveva i capelli rossi perché era un ragazzo malizioso e cattivo, che prometteva di riescire un fior di birbone.

Giovanni Verga, Rosso Malpelo

Il protagonista della novella è un ragazzo chiamato da tutti Malpelo, un nome che mette in relazione il colore dei capelli con il suo carattere malizioso e violento. È cresciuto lavorando in una miniera di rena, abituato alla dura vita dei minatori, tra violenze, miseria e soprusi. La madre e la sorella si disinteressano di lui e lo tengono a distanza. L’unico a dimostragli affetto è il padre, mastro Misciu “Bestia”, che però muore sepolto vivo nella miniera, crollata mentre zappava un pilastro provvisorio per cercare di ricavarne poche lire di materiale.

Malpelo si dimostra aggressivo e vendicativo nei confronti degli altri operai, che lo maltrattano. Oltre che per il padre, dimostra simpatia per Ranocchio, un ragazzo chiamato così perché è rimasto sciancato in seguito a una caduta da un ponte. Malpelo tratta spesso Ranocchio con violenza e si giustifica dicendo che il ragazzo deve abituarsi a vivere in un modo duro e a non lasciarsi sopraffare. La salute di Ranocchio però è delicata e il lavoro in miniera finisce per condurlo alla morte. Malpelo, invece, scompare nel labirinto della miniera, mandato dal padrone a esplorare alcuni cunicoli.

Giovanni Verga, Rosso Malpelo e il verismo

Secondo una fortunata interpretazione che si trova spesso sui manuali di letteratura, Rosso Malpelo è visto come una delle opere che segna il passaggio di Giovanni Verga dall’iniziale romanticismo al verismo. Si tratta di una schematizzazione: il passaggio alla nuova poetica avvenne infatti gradualmente. È però vero che in Rosso Malpelo si ritrovano già i caratteri principali della poetica verista.

Fin dall’incipit Verga ricorre al procedimento della regressione: la voce narrante non è quella dell’autore, ma si pone allo stesso livello dei personaggi, condividendone le superstizioni, i pregiudizi e la visione generale del mondo. Lo scrittore abbandona inoltre il narratore onnisciente di ascendenza manzoniana, ma proprio a causa delle regressione risulta poco attendibile. In più occasioni il narratore non comprende le azioni di Malpelo e le attribuisce alla cattiveria e le spiega con i suoi pregiudizi. Malpelo conserva inoltre dei sentimenti autentici (l’amore filiale, l’amicizia, il senso di giustizia), ma il narratore attua su essi un processo di straniamento, descrivendoli come anormali.

Nella prima parte, quindi, la storia di Malpelo è narrata dal punto di vista dell’ambiente sociale in cui vive. Nella seconda parte, però, viene mostrato il punto di vista del protagonista. Malpelo è un ragazzo indurito dalla violenza e dalla condizioni di vita in cui è cresciuto. Ha compreso i meccanismi che regolano il mondo nella sua tragicità: l’ingiustizia, la legge della sopraffazione, della lotta di tutti contro tutti. Compare così un altro elemento verista: l’impietosa analisi della realtà sociale, osservata con occhio critico.

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