Ultimo aggiornamento: 30 Dicembre 2021

A Nikolaj Gogol’ si devono alcuni dei capolavori della letteratura europea dell’Ottocento: il romanzo Le anime morte e vari racconti, tra cui La prospettiva Nevskij e Taras Bul’ba. Autore ironico, ha saputo descrivere con maestria la società russa e il ceto impiegatizio dell’epoca zarista.

Primi anni e formazione

Nikolaj Vasil’evič Gogol’ nacque a Soročincy, in Ucraina, il 20 marzo 1809 in una famiglia di proprietari terrieri. Fin dalla prima giovinezza si appassionò agli studi letterari. La prima opera, Hans Hüchelgarten, fu pubblicata nel 1829, ricevendo però dure critiche. Stabilitosi a Pietroburgo, lavorò come impiegato al Ministero dell’Interno. Contemporaneamente si interessò alle arti: conobbe Puškin e iniziò a insegnare storia all’Istituto patriottico.

La fama come letterato

Grazie alle amicizie, nel 1834 fu nominato docente di storia all’università di Pietroburgo, ma dopo pochi anni dovette lasciare l’incarico. Intanto però cresceva la fama di Gogol’ come scrittore. Dopo il primo volume delle Veglie alla fattoria Diran’ka (1831), pubblicò gli Arabeschi (1832), che contengono alcune novelle celebri come La prospettiva Nevskij e Le memorie di un pazzo. Seguono i Racconti di Mirgorod (1935), in cui compare il racconto Taras Bul’ba. L’idea delle Anime morte, il suo romanzo più famosa, gli viene invece da un suggerimento di Puškin.

Gogol’ nazionalista e gli ultimi anni

Alla morte di Puškin, seguì un periodo di cristi per Gogol’, che si ritirò in un viaggio in Italia. Qui scrisse il primo libro delle Anime morte, che fu pubblicato nel 1842. L’opera destò scandalo per il titolo, considerato un oltraggio alla religione. Gogol’ era ormai divenuto un punto di riferimento per gli scrittori russi; inoltre, alcuni suoi scritti di carattere nazionalista e reazionario lo rendono ancora più popolare. È però un periodo di crisi, durante il quale lavora senza risultati alla seconda parte delle Anime morte. Il manoscritto dell’opera fu bruciato da lui stesso pochi giorni prima di morire. Si spense il 21 febbraio 1852 a Mosca.

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