Ultimo aggiornamento: 30 Dicembre 2021

Abdulrazak Gurnah: chi conosceva questo nome prima del 7 ottobre 2021? Solo poche opere di questo autore tanzaniano di lingua inglese sono infatti disponibili in traduzione italiana (Paradiso, 1994; Sulla riva del mare, 2001; Il disertore, 2006). Ma uno dei pregi del Nobel è proprio quello di portare l’attenzione del mondo letterario su alcuni autori poco noti. Conosciamo qualcosa di più sulla sua vita e le sue opere.

Vita

Abdulrazak Gurnah nacque sull’isola di Zanzibar il 20 dicembre 1948 ed è madrelingua swahili. Trascorse l’infanzia negli anni travagliati che portarono alla caduta della monarchia costituzionale (gennaio 1964) e alla fusione di Zanzibar con il Tanganica nella Repubblica Unita di Tanzania. Nel 1966, diciottenne, si trasferì presso un parente in Gran Bretagna per poter proseguire gli studi. Nel 1982 ottenne un dottorato in letteratura all’università del Kent; nello stesso ateneo, pochi anni dopo, è diventato docente di letteratura inglese e post-coloniale. Dal 2006 è membro della Royal Society of Literature.

L’esordio letterario avvenne nel 1987 con il romanzo in lingua inglese Memory of Departure, storia di un uomo che abbandona la patria per rifugiarsi in Kenya. Con le altre opere ha ricevuto candidature a importanti premi. Il romanzo Paradise (1994) fu in corsa per il Booker Prize e il Whitbread Prize. By the Sea (2001), invece, fu candidato al Booker Prize e al Los Angeles Times Book Prize. Il riconoscimento più prestigioso è però arrivato nel 2021, quando ha vinto il premio Nobel per la letteratura «per la sua intransigente e compassionevole penetrazione degli effetti del colonialismo e del destino del rifugiato nel divario tra culture e continenti».

Opere

Abdulrazak Gurnah è una delle voci più autorevoli della letteratura post-coloniale, di cui è egli stesso uno studioso e alla quale ha dedicato diversi saggi. Tra le sue pubblicazioni accademiche, ricordiamo che nel 2007 ha curato il volume The Cambridge Companion to Salman Rushdie. Sua la curatela anche di due raccolte di saggi dedicati alla letteratura africana: Essays on African writing: A Re-evaluation (1993) e Essays on African Writing: Contemporary Literature (1995). Ha inoltre scritto articoli su VS Naipaul, Zoë Wicomb, Wole Soyinka, Ngũgĩ wa Thiong’o, GV Desani, Anthony Burgess, Joseph Conrad, George Lamming e Jamaica Kincaid.

Nelle sue opere letterarie Abdulrazak Gurnah ha messo al centro i temi del colonialismo e dell’immigrazione, concentrandosi sul senso di straniamento e solitudine che accompagna i rifugiati che si trasferiscono in un nuovo paese. Centrale è anche il tema della costruzione della propria identità in un nuovo ambiente sociale e culturale, diverso da quello natio. Questo è evidente in tutti i suoi romanzi e soprattutto in quelli più famosi, come Admiring Silence (1996), By the Sea (2001) e Desertion (2005).

In molte opere è inoltre riconoscibile un elemento autobiografico (spesso i protagonisti sono originari dell’Africa orientale), che viene però trasfigurato e rivisitato. Al centro del suo immaginario c’è sempre Zanzibar, a cui si sovrappone l’Inghilterra. Nella sua patria di adozione lo scrittore ha costruito la propria identità, che però non dimentica le proprie origini: oltre a Shakespeare, fonte di ispirazione per le sue opere sono infatti Le mille e una notte e la letteratura araba.

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