Ultimo aggiornamento: 26 Febbraio 2023

Autore di novelle, romanzi e opere teatrali, Luigi Pirandello rifletté nelle sue opere sul tema dell’identità personale e sui vincoli imposti dalle convenzioni sociali.

Vita di Luigi Pirandello

La formazione

Luigi Pirandello nacque il 28 giugno 1867 a Girgenti (oggi Agrigento) in un’agiata famiglia borghese, di tradizioni garibaldine. Studiò lettere nelle università di Palermo e Roma, quindi si laureò in filologia romanza a Bonn. Il soggiorno in Germania gli permise di conoscere la cultura tedesca e in particolare gli autori romantici, dalle cui teorie fu influenzato. Successivamente, a partire dal 14892 si stabilì a Roma, dove entrò in contatto con gli ambienti culturali della capitale.

Già durante gli anni universitari aveva iniziato a scrivere novelle. Nel 1893 scrisse il suo primo romanzo, L’esclusa (pubblicato però nel 1901), e nel 1894 pubblicò la sua prima raccolta di racconti, Amori senza amore. Vari suoi articoli, saggi e racconti comparvero poi su riviste letterarie. A partire dal 1897, inoltre, iniziò a insegnare italiano all’Istituto Superiore di Magistero di Roma. Tuttavia nel 1903 la sua famiglia fu colpita da un tracollo economico: la miniera di zolfo di cui il padre era proprietario si allagò e la famiglia perdette così l’intero patrimonio. A questa seguirono altri problemi familiari, tra cui la follia della moglie Maria Antonietta, che divenne patologicamente nervosa nei confronti del marito.

La maturità letteraria

Come conseguenza del tracollo economico, Pirandello si dedicò ancora più assiduamente alla letteratura, da cui cercò di trarre un guadagno. Tra il 1904 e il 1915 la sua attività di scrittura fu particolarmente intensa: lavorò a novelle, romanzi, drammi e anche a soggetti per film. Nel 1904 pubblicò il suo romanzo più celebre, Il fu Mattia Pascal, mentre nel 1910 presentò a Roma si suoi primi atti unici, Lumìe di Sicilia e La morsa. L’attività teatrale divenne più intensa a partire dal 1915.

Allo scoppio della prima guerra mondiale, Pirandello simpatizzò per gli interventisti. Tuttavia il conflitto ebbe dure ripercussioni sulla sua famiglia: il figlio Stefano, infatti, cadde prigioniero degli austriaci e rimase incarcerato fino alla fine della guerra. Il fatto provocò alla moglie un ulteriore crollo nervoso. La donna fu internata in una casa di cura, dove rimase fino alla morte, avvenuta nel 1959.

Nel secondo dopoguerra Pirandello conobbe grande successo con i suoi drammi e divenne uno degli autori più innovativi del teatro novecentesco, non solo italiano. Nel 1922, ormai drammaturgo di fama internazionale, abbandonò l’insegnamento e si dedicò esclusivamente al teatro. Dal 1925 fu anche direttore del Teatro d’Arte a Roma. Intanto, nel 1924, subito dopo il delitto Matteotti, lo scrittore si iscrisse al Partito Nazionale Fascista, e ricevette aiuti e appoggi dal regime. Tuttavia, della dittatura non gli sfuggirono gli aspetti più tronfi e falsi, verso i quali sviluppò un senso di distacco e sottile disprezzo. Nell’ultima fase della sua vita, Pirandello raccolse le sue novelle nella raccolta Novelle per un anno e i suoi testi drammatici in Maschere nude. Nel 1934 ricevette il premio Nobel per la letteratura. Morì a Roma il 10 dicembre 1936.

Opere di Luigi Pirandello

Novelle

Negli ultimi anni della sua vita, Luigi Pirandello riunì tutte le sue novelle in un’unica raccolta, intitolata Novelle per un anno. I primi quattordici volumi videro la luce quando lo scrittore era ahttps://vronsky.altervista.org/il-teatro-di-pirandello-commedie-tragedie-miti/ncora in vita, mentre il quindicesimo comparve postumo nel 1936. Le novelle non sono ordinate per temi, ma semplicemente giustapposta una dopo l’altra. Questa decisione in parte si ricollega alla poetica di Pirandello, che vedeva il mondo come qualcosa di disgregato, che si può cogliere solo attraverso singoli aspetti frammentari. È comunque osservabile un’evoluzione nello stile dello scrittore.

Le prime novelle infatti sono ambientante in Sicilia e sono quindi riconducibili al verismo. Dal decadentismo però riprende il gusto per il folklore e il mito, con cui viene descritta la società siciliana. Successivamente però Pirandello popola le sue novelle di personaggi piccolo borghesi, che vivono in condizioni meschine e frustranti. Viene meno qui ogni tentativo di critica sociale. Piuttosto, l’autore si sofferma sull’esistenza condotta dai suoi personaggi, spesso imprigionati nella trappole delle convenzioni sociali.

Romanzi

Luigi Pirandello iniziò presto a scrivere romanzi. Le prime prove risentono dell’influenza del verismo e del naturalismo, come nel caso dell’Esclusa, il suo primo romanzo. A partire dal Fu Mattia Pascal (1904), però, la narrativa pirandelliana si allontana dal naturalismo. Si fa invece strada il tema delle convenzioni sociali che intrappolano gli esseri umani. Il protagonista è un piccolo borghese che, per una coincidenza, viene dato per morto. Liberatosi della sua identità, cerca inutilmente di costruirsi una nuova vita, ma finisce per scontrarsi l’impossibilità di partecipare alla vita sociale.

Con I vecchi e i giovani (1909) Pirandello ritorna ai canoni naturalistici, mentre nei Quaderni di Serafino Gubbio operatore (1915) riflette nuovamente sul tema dell’identità personale. Serafino Gubbio, operatore della macchina da presa, osserva con distacco il comportamento degli uomini, che agiscono seguendo vane illusioni. Si affaccia qui anche un’altra immagine, quella del cinema e dell’obiettivo della macchina da presa. Anche l’ultimo romanzo, Uno, nessuno e centomila (1926), affronta il tema dell’identità: il protagonista scopre infatti di essere allo stesso tempo uno, nessuno e centomila persone.

Il teatro di Luigi Pirandello

Come per le novelle, anche i testi teatrali furono riuniti in un’unica raccolta, intitolata Maschere nude. Pirandello si dedicò al teatro dal 1910, e negli anni venti diventò la sua principale attività. Le prime prove, degli anni venti, ruotavano attorno ai temi della famiglia e del rapporto tra realtà e apparenza. Negli anni venti però lo scrittore si orienta verso un “teatro nel teatro”, in cui scompone e porta alla luce i meccanismi scenici che sottostanno all’opera teatrale. Da questa riflessione sulle convenzioni teatrali nascono Sei personaggi in cerca d’autore (1921), Ciascuno a suo modo (1924) e Questa sera si recita a soggetto (1930). In un’ultima fase, Pirandello invece imboccò la strada del dramma borghese e portò sulle scene personaggi tragici, dalla personalità complessa e tormentata.

Sul web

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