Analisi e trama del Peer Gynt, una delle più famose opere di Henrik Ibsen, padre della drammaturgia moderna.

Peer Gynt: trama

Atto I

Il dramma si apre con il giovane Peer Gynt, ventenne, che compare in scena con la madre, Aase. La donna lo rimprovera di essersi assentato durante il periodo della falciatura del fieno, ma Peer si giustifica raccontando la storia di una rocambolesca caccia alla renna. Aase non crede a una parola, e piange sia per il comportamento del marito, che ha sperperato tutte le sue ricchezze, sia per quello del figlio, che ha fatto fallire un possibile matrimonio con Ingrid, la figlia di un ricco contadino. Alla notizia che la ragazza sta per sposarsi con un altro, Peer lascia la madre sul tetto del mulino e corre alle nozze. Qui, dopo avere raccontato alcune storie fantasiose ai presenti, con uno stratagemma rapisce Ingrid.

Atto II

Rifugiatosi nella foresta, Peer scaccia Ingrid: la ragazza non ha infatti dimostrato la devozione che il giovane si aspettava. Inoltratosi in montagna, Peer incontra prima tre ragazze vedove, insieme alle quali trascorre allegramente il tempo, e poi una ragazza vestita di verde, che gli rivela di essere la principessa dei troll. Peer viene così condotto di fronte al vecchio di Dovre, re dei troll, per combinare il matrimonio della figlia.

Di fronte alle richieste dei troll, il giovane però rifiuta le nozze e decide di andarsene, ma il re non glielo permette: la ragazza vestita si mostra nelle sue vere sembianze come un orrido troll e gli annuncia di aspettare un figlio da lui. Peer riesce però a fuggire, nonostante i molti troll presenti cerchino di ucciderlo. Ritrovatosi al buio, discute con una misteriosa voce, che dice di essere il Gran Curvo. Peer rischia di cadere sua preda, ma viene salvato dal suono delle campane.

Atto III

Aase e Kari, la moglie di un contadino, stanno preparandosi a un trasloco. Al processo intentato dal padre di Ingrid contro Peer, il giudice ha deciso di togliere ai Gynt la casa e il podere. Tuttavia, mentre la madre può continuare a vivere nella casa, Peer si è dovuto ritirare nei boschi, dove ha costruito una nuova abitazione. Qui lo raggiunge Solvejg, una ragazza che aveva conosciuto alle nozze di Ingrid e di cui si era innamorato. Dopo le insistenze di Peer, Solvejg ha capito di amarlo e ha abbandonato la casa paterna per vivere con lui. Ma poco dopo il loro incontro, giunge alla baita una vecchia vestita di verde, accompagnata da un orrido ragazzo: è la figlia del vecchio di Dovre con il figlio avuto da Peer, che reclama i suoi diritti. Dopo essersi accomiatato da Solvejg, Peer riparte per i suoi viaggi e la ragazza promette di aspettarlo. L’atto si chiude con l’ultimo incontro tra Peer e la madre morente.

Atto IV

La scena si sposta in Marocco. Peer Gynt, che ormai è un uomo maturo, si fa prima passare per un uomo d’affari, quindi si addentra nel deserto. Qui, presso una grotta, trova gli abiti e il cavallo dell’imperatore, rubati in precedenza da due ladri, e se ne appropria. Spacciandosi per profeta, si fa accogliere in una tenda nel deserto, dove concupisce Anitra, la figlia di un capo beduino, con la quale fugge nel deserto. La ragazza però con l’inganno, riesce a scappare rubando il cavallo, e lasciando Peer a piedi. Liberatosi degli abiti arabi, Peer riprende il suo viaggio, che lo porta in Egitto, dove incontra la Sfinge e Memnone. Giunto infine al Cairo, è rinchiuso in un manicomio, dove i pazzi lo acclamano imperatore.

Atto V

Peer Gynt, ormai anziano, è su una nave e sta tornando in patria dal Sud America, dove ha lavorato con scarso successo come cercatore d’oro. Sulla nave incontra un misterioso passeggero, che gli preannuncia la sua morte. Poco dopo, a causa della tempesta, la nave fa naufragio e Peer si salva fortunosamente: per salvarsi, però, lascia annegare il cuoco di bordo. Tornato al suo villaggio, scopre che Ingrid è morta. La scena si sposta quindi nella foresta, nella notte di Pentecoste. Qui incontra un fonditore di bottoni, che dice di doverlo fondere insieme ad altri oggetti malriusciti, ma Peer riesce a ottenere una deroga nel caso in cui dimostri di essere rimasto se stesso per tutta la vita.

Nella foresta incontra quindi il vecchio di Dovre che, caduto in disgrazia, vive come un vagabondo. Il vecchio gli rivela che “essere se stessi” è il motto dei troll, quindi, seguendolo, Peer ha rinnegato la sua natura di uomo. A un secondo incontro con il fonditore di bottoni, ottiene di rimandare ulteriormente la fine per potersi prima confessare. Trova così un “personaggio magro”, forse il diavolo, che sta cercando proprio Peer Gynt, ma Peer lo allontana con uno stratagemma.

Alla fine, torna da Solvejg, la quale garantisce che Peer è sempre stato se stesso nella fede, nella speranza e nell’amore che da sempre prova per lui. Grazie all’amore della donna, Peer viene liberato.

Peer Gynt: significato

Peer Gynt si differenzia dal resto della produzione di Ibsen. Scritto nel 1867, quando l’autore si trovava in Italia, e pubblicato lo stesso anno a Copenaghen, è un dramma in versi composto da cinque atti. La trama del Peer Gynt riprende una leggenda norvegese: nella tradizione, il protagonista è un cacciatore che uccide il re dei troll, acquisendo poteri che lo aiuteranno nelle sue avventure. Ibsen ne fa però un uomo privo di volontà e di ideali. Non si tratta quindi di un dramma di ambientazione borghese (come altri capolavori di Ibsen, per esempio Casa di bambola), ma di un’opera fantastica. Inoltre, sebbene il dramma non fosse pensato per essere rappresentato, nel 1876 Ibsen chiese a Edvard Grieg di comporre le musiche per le scene. La prima rappresentazione avvenne proprio in quell’anno, a Christiania (oggi Oslo).

Come abbiamo visto nell’analisi della trama, Peer Gynt è un giovane sognatore che ambisce a compiere grandi imprese. Tuttavia le ambizioni si risolvono in un nulla di fatto a causo della sua inconcludenza. Peer Gynt è un personaggio complesso e contraddittorio, un antieroe che passa attraverso mille avventure e disavventure, dall’Europa del nord al deserto africano, e che alla fine però raggiunge una redenzione. Un personaggio che affonda quindi le sue radici nel Romanticismo ma già prefigura il modernismo.

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