Ultimo aggiornamento: 9 Marzo 2023

Uno stravagante scienziato e un misterioso raggio rosso capace di generare creature mostruose: nella trama delle Uova fatali (Роковые яйца) di Bulgakov troviamo tutti gli elementi tipici del racconto di fantascienza. Ma sotto questa apparenza si nasconde anche una dura critica al regime stalinista e alla sua burocrazia inetta.

Uova fatali: trama

Vladimir Ipat’ evic Persikov è uno zoologo di fama internazionale e direttore dell’Istituto di Zoologia di Mosca. Durante i suoi studi scopre casualmente che le amebe proliferano se esposte a un raggio rosso prodotto dall’energia elettrica del microscopio. Con l’aiuto del collega Ivànov compie allora alcuni esperimenti: una volta esposte al raggio, le rane del laboratorio diventano più grandi e più aggressive, e proliferano a una velocità sorprendente. Nonostante tenti di tenere nascosta la scoperta, la notizia si diffonde e Persikov è perseguitato dai giornalisti.

Tra i tanti lo contatta anche Aleksandr Semënovič Rokk, direttore del sovchoz Raggio Rosso, nel governatorato di Smolensk. Una pestilenza ha sterminato le galline dell’URSS e spera di potere usare il raggio di Persikov su uova di gallina e salvare il settore dell’allevamento dei polli. Nonostante lo scienziato si dimostri scettico, accetta di prestargli le macchine per produrre il raggio.

Al sovchoz Rokk sottopone al trattamento una cassa di uova, ma ne escono degli struzzi enormi e dei mostruosi rettili assassini. A causa di uno scambio, infatti, le uova di gallina sono state consegnate a Persikov, mentre Rokk ha ricevuto le uova di anaconda e struzzo destinate all’Istituto di Zoologia.

L’esercito cerca invano di limitare il proliferare dei rettili, mentre Mosca precipita nel caos. La folla inferocita assalta l’Istituto di Zoologia e Persikov, considerato responsabile della crisi, viene linciato. Alla fine, saranno due giorni di gelo inaspettato, ad agosto, a sterminare gli animali. I cadaveri in putrefazione, però, provocano epidemie e rendono vaste regioni inabitabili per lungo tempo.

Uova fatali: analisi

Scritto nel 1925 ma ambientato tra il 1928 e il 1929, le Uova fatali è anzitutto un romanzo di fantascienza, la storia di uno scienziato e di una scoperta che si rileva disastrosa. Una possibile fonte di ispirazione fu probabilmente il racconto L’alimento divino (1904) di H.G. Wells, in cui due scienziati scoprono una sostanza in grado di accelerare la crescita degli animali. Ma è possibile anche leggere nella trama delle Uova fatali una satira dello stato sovietico dell’epoca. Il sistema staliniano infatti nutriva una sconfinata fiducia nella scienza, nella tecnologia e nella loro capacità di creare una nuova umanità e un nuovo modo. Ma Bulgakov sembra mettere in guardia dall’affidarsi in maniera incosciente alla scienza.

Il raggio rosso di Persikov viene usato da un funzionario pubblico in un sovchoz, una delle aziende agricole statali istituite dopo la rivoluzione russa. Tuttavia, usato contro il parere dello scienziato ma con il beneplacito della autorità, il raggio rivelerà effetti distruttivi. Ne esce un’immagine critica della burocrazia sovietica, la cui incapacità di gestire la scoperta scientifica finirà per portare morte e distruzione. Una satira pungente, che fu probabilmente tra le cause dei problemi di censura che Bulgakov incontrò con le opere successive.

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