Ultimo aggiornamento: 29 Gennaio 2023

Il Gattopardo: analisi e riassunto del romanzo capolavoro di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.

L’autore del Gattopardo: Tomasi di Lampedusa

Giuseppe Tomasi, principe di Lampedusa, duca di Palma, barone di Montechiaro e barone della Torretta nacque a Palermo il 23 dicembre 1896. Discendente di una famiglia nobile siciliana, ricevette la sua prima educazione da precettori privati. Nel 1915 abbandonò gli studi universitari in giurisprudenza e fu chiamato alle armi. Prigioniero degli austriaci dopo Caporetto, fu deportato in Ungheria e torno in Italia alla fine del conflitto. Nel primo dopoguerra si dedicò allo studio letteratura e delle lingue straniere. Sposò, nel 1963, Alexandra, baronessa von Wolff-Stomersee, detta Licy, studiosa di psicanalisi. Intellettuale appartato, collaborò con alcune riviste letterarie.

La scrittura del Gattopardo risale alla metà degli anni cinquanta. Tomasi di Lampedusa inviò il manoscritto alle redazioni di Mondadori e Einaudi, ma in entrambi i casi ricevette giudizi negativi da Elio Vittorini. A pubblicarlo fu infine Feltrinelli, su sollecitazione di Giorgio Bassani. Il Gattopardo si rivelò un caso letterario: uscito nel 1958, fu acclamato come un capolavoro della letteratura italiana del Novecento. Il romanzo vinse anche il premio Strega nel 1959, e quattro anni dopo ispirò l’omonimo film di Luchino Visconti. Fu però un successo postumo. Tomasi di Lampedusa, infatti, morì per un tumore ai polmoni il 23 luglio 1957 a Roma.

Il Gattopardo: personaggi

  • Il principe Fabrizio Salina, un colto aristocratico, protagonista del romanzo. Nello stemma araldico dei Salina campeggia un gattopardo.
  • Tancredi Falconeri, nipote del principe Salina, è un giovane ambizioso alla ricerca del potere politico ed economico.
  • Don Calogero Sedara, sindaco di Donnafugata, un borghese che aspira a elevarsi socialmente.
  • Angelica Sedera, figlia di don Calogero.

Il Gattopardo: riassunto

Il principe Fabrizio Salina osserva con distacco l’evoluzione della Sicilia e in generale della società italiana negli anni immediatamente successivi all’unità d’Italia. Aristocratico colto ed elegante, vede con disprezzo l’avanzata dei borghesi a nuova classe dirigente. Diverso è l’atteggiamento di Tancredi, il nipote prediletto, che non esita a unirsi ai garibaldini. È infatti convinto che la trasformazione storica in corso si volgerà a favore degli aristocratici e spera di potere ricavare potere politico ed economico. Tancredi è inoltre oggetto delle attenzioni sentimentali della cugina Concetta.

Salina trascorre con la famiglia le vacanze a Donnafugata. Sindaco del paese è don Calogero Sedara, un borghese arricchito con mira a elevare il suo rango sociale e cerca di conquistarsi le simpatie dei nobili. Con lui viene presentata la figlia Angelica, ragazza incantevole di cui Tancredi finisce per innamorarsi. La relazione è inizialmente avversata dalla famiglia per le origini borghesi della fanciulla, ma alla fine anche il principe si dice favorevole al matrimonio.

Nel frattempo si svolge il referendum per l’annessione della Sicilia al regno di Sardegna, per il qualche il riluttante principe spende parole di approvazione. Dopo il plebiscito, il principe riceve l’invito a sedere al Senato del regno, ma rifiuta perché legato al regime borbonico. Negli ultimi anni prima della morte conduce quindi una vita appartata. L’ultimo capitolo è ambientato nel 1910. Vi ritroviamo Concetta, che non si è mai sposata, e Angelica, vedova di Tancredi.

Il Gattopardo: analisi

A una prima analisi Il Gattopardo appare come un romanzo storico di stampo ottocentesco. Tuttavia, a una più attenta analisi rivela i suoi debiti nei confronti dei maggiori autori della prima metà del Novecento europeo. Centrali sono i temi della decadenza e della morte: il principe Salina osserva il disfacimento del regime borbonico, il mondo in cui è nato e a cui appartiene. Parallelamente, un nuovo mondo nasce, quello del regno d’Italia, caratterizzato però dalla rapacità, dall’arroganza e dalla sopraffazione. Il nuovo mondo, quindi, ha molto in comune con il vecchio. È Tacredi a chiarire la situazione, in una celebre massima: «se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi».

All’analisi Il Gattopardo rivela tra i suoi antecedenti I viceré di De Roberto, in cui viene raccontata la decadenza di una famiglia nobile siciliana. I temi del tempo e del conseguente fluire della vita verso il nulla rimandano invece alle opere di autori del Primo Novecento come Proust e Mann. Centrale è la dimensione interiore del protagonista, che si dimostra debole di fronte al reale e angosciato dall’avvicinarsi della morte. Il Gattopardo rivela quindi una cesura rispetto all’ottimismo progressista del neorealismo: sul romanzo pesa invece un senso di malinconia e nichilismo, a cui l’autore guarda con ironico distacco.

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