Ultimo aggiornamento: 29 Gennaio 2023

Il Primo Novecento in letteratura e nelle arti in generale è ricordato come l’età delle avanguardie. La letteratura europea tra le due guerre è infatti caratterizzata da un desiderio di rompere con il passato e sperimentare nuove soluzioni espressive. D’altra parte la letteratura dovrà fare i conti anche con l’instaurazione di dittature di estrema destra in vari Paesi.

Il Primo Novecento

Il Novecento si apre nel solco dello sviluppo tecnico e industriale che aveva caratterizzato il secolo precedente. Le nuove scoperte tecniche avranno conseguenze sulla cultura del Primo Novecento. Particolarmente importanti saranno la teoria della relatività e la psicanalisi freudiana. Crescono inoltre le tendenze imperialiste. La prima guerra mondiale può infatti essere considerata come una conseguenza dell’espansione tecnologica del Primo Novecento. La produzione industriale dell’epoca comprendeva appunto la fabbricazione di nuovi armamenti, ampiamente usati durante il conflitto. La Grande Guerra, d’altra parte, avrebbe minato la fiducia positivista nel progresso, mostrando gli orrori e le stragi resi possibili proprio dalla scienza.

Il Primo Novecento: la letteratura tra le due guerre

La fine della prima guerra mondiale lascia profonde ferite aperte nella società europea. Nel 1922 Benito Mussolini instaura in Italia un regime fascista. Altre dittatura di estrema destra si affermeranno in Europa negli anni trenta. Nel 1933 Hitler diventa infatti capo della Germania con il suo partito nazista. Nel 1939, invece, il generale Franco impone la dittatura in Spagna, appoggiato da Germania e Italia. La letteratura tra le due guerre risente della nuova situazione politica. Soprattutto nei paesi sottoposti a dittatura gli intellettuali si dividono tra chi appoggia il regime e chi invece lo avversa. C’è d’altra parte grande fermento nella cultura europea, grazie alle avanguardie storiche e al modernismo.

Una rivoluzione scientifica e filosofica

Il Primo Novecento è segnato da alcune scoperte che rivoluzionano la scienza e la filosofia europee. Una di queste è la teoria della relatività di Albert Einstein, enunciata nel 1905. Tra la fine dell’Ottocento e il Primo Novecento inoltre prende piede la psicanalisi. Iniziata da Sigmund Freud, cerca di studiare e spiegare in modo scientifico i processi psichici. Molto importanti sono inoltre il vitalismo e l’intuizionismo di Henri Bergson e le opere di Georges Sorel, William James e Maurice Blondel.

Il modernismo

La critica utilizza il termine “modernismo” per indicare un movimento letterario anglosassone che ha i suoi principali esponenti in James Joyce per la prosa e T.S. Eliot per la poesia. Sono inoltre riconducibili al modernismo autori come Hemingway, Virginia Woolf, Pound, Conrad. A questi sono poi avvicinabili anche scrittori non europei, come Svevo, Pirandello, Gadda, Céline, Camus e Kafka. Affermatosi fin dal Primo Novecento sperimenta nuove tecniche espressive, ricorrendo a simboli provenienti dalla psicanalisi. Ecco quindi affacciarsi nei romanzi espedienti come il flusso di pensiero, che ripropone lo scorrere della psiche del personaggio. In poesia invece entrano in crisi le forme tradizionali, mentre vengono recuperati il plurilinguismo (si pensi ai Cantos di Pound) e soluzioni provenienti dalla letteratura barocca.

Primo Novecento, letteratura e avanguardie storiche

Altra novità del Primo Novecento è l’affermazione delle avanguardie cosiddette storiche, che interessa la letteratura europea tra le due guerre. Sono infatti definite “storiche” per distinguerle dalle “neoavanguardie”, che si svilupperanno invece nella seconda metà del Novecento. Tra le avanguardie di questo periodo viene annoverato l’espressionismo, che in letteratura porta alla rottura dell’equilibrio espressivo, mescolando la sintassi e stravolgendo la struttura della frase. Altri importanti movimenti furono il futurismo, il dadaismo e il surrealismo.

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