Ultimo aggiornamento: 22 Agosto 2022

Era il febbraio 1919 quando Svevo interruppe una lunga fase di silenzio letterario e iniziò a scrivere il suo terzo romanzo, La coscienza di Zeno. Pubblicò l’opera nel 1923 presso l’editore Cappelli di Bologna. Inizialmente l’opera, come le precedenti dell’autore, passò inosservata. Fu grazie a James Joyce, che lesse e apprezzò il romanzo, a far conoscere l’opera dello scrittore triestino in Francia, dove fu accolta con grande interesse. In Italia, invece, si dovette aspettare il 1925 quando, sul giornale milanese «L’esame» uscì un articolo di Eugenio Montale intitolato Omaggio a Italo Svevo. Da quel momento Svevo ricette attenzioni sempre crescenti. In questa scheda vedremo la struttura, le tematiche e un breve riassunto della Coscienza di Zeno.

Struttura e tematiche

Zeno Cosini, protagonista e narratore dell’opera, racconta la propria esperienza biografica in modo distaccato e ironicamente disincantato. Nelle sue parole, l’esistenza gli appare allo stesso tempo tragica e comica. Nella sua visione della realtà, la vita è lotta, l’inettitudine è un fatto universale, la vita è una “malattia” e la coscienza è un gioco di autoinganni, di cui l’uomo è più o meno consapevole.

Bastano questi elementi per comprendere la novità dell’opera di Svevo rispetto alle altre opere letterarie dell’epoca. Lontano dal modello dannunziano imperante all’epoca, il romanzo è lontano da ogni forma di vitalismo. Particolare è anche la struttura: al posto del romanzo, come era inteso nel senso tradizionale, si ha un diario, in cui a narrare è il protagonista in prima persona. I fatti vengono presentati senza un gerarchia né un ordine, ma solo seguendo l’estro del narratore, che decide di cosa parlare e come.

Il protagonista, come si capirà anche dal riassunto della Coscienza di Zeno, non è più una figura a tutto tondo, ma è una coscienza e come tale si ricostruisce solo attraverso il ricordo e i fatti che decide di raccontare. Zeno si rivela infatti un narratore inaffidabile, che parla della realtà dal proprio punto di vista, rivelando un io frammentato. In questa impostazione è evidente l’influenza che ebbe sullo scrittore triestino la lettura delle opere di Sigmund Freud.

La coscienza di Zeno: riassunto

Prefazione e preambolo

Nella Prefazione il dottor S., psicoanalista, introduce il lettore al libro. Il medico ha indotto un suo paziente, Zeno Cosini, un vecchio commerciante triestino di 57 anni, a scrivere un’autobiografia. L’esperienza di scrittura è motivata come un esercizio propedeutico al lavoro psicoanalitico che sta svolgendo. Tuttavia Zeno ha deciso di abbandonare la terapia, e il dottore per vendetta ha quindi deciso pubblicare il manoscritto.

Dopo la prefazione la parola passa a Zeno, che in un preambolo racconta come si è avvicinato alla psicoanalisi e come si sia impegnato un memoriale, strutturato per temi particolari. Di seguito vediamo quindi il riassunto dei capitoli della Coscienza di Zeno.

I ricordi di Zeno

Si comincia con Il fumo, in cui racconta dei vari tentativi, tutti fallimentari, con cui ha cercato di guarire dal vizio del fumo, sintomo della sua debole volontà.

Zeno prosegue con La morte di mio padre in cui ripercorre il difficile rapporto di Zeno con il padre.

La storia del mio matrimonio racconta le vicende attraverso cui Zeno giunge a sposarsi. Diventato ospite fisso di casa Malfenti, si innamora di Ada, la più bella delle quattro figlie del padrone di casa, venendone però respinto. Lo stesso succede con Alberta, la terza delle sorelle Malfenti, che non si sente pronta al matrimonio. Alla fine, Zeno si sposa con la maggiore delle ragazze, Augusta, che accetta pur sapendo di non essere la sua prima scelta.

In La moglie e l’amante compare il personaggio Carla, con cui Zeno ha una relazione clandestina. L’uomo si rivela incapace di scegliere tra la moglie e l’amante, e alla fine è quest’ultima a rompere il rapporto.

Il capitolo più lungo del romanzo è Storia di un’associazione commerciale. Zeno e il vanesio cognato Guido, marito di Ada, sono soci di un’impresa economica che però conosce difficoltà economiche e rischia il fallimento. Allo scopo di ottenere soldi, Guido inscena un suicidio per impietosire i familiari e farsi concedere prestiti. Il piano però finisce male e l’uomo, avendo sbagliato la quantità di veleno da assumere, muore. Ada, affetta dal morbo di Basedow, parte da Trieste e accusa Zeno di aver macchinato il male del marito.

Psico-analisi

Dopo avere terminato i suoi ricordi, Zeno scrive un ultimo capitolo, che intitola Psico-analisi, in cui proclama la propria guarigione dopo avere realizzato che la vita intera è inquinata dalle radici.

L’inettitudine di Zeno Cosini

Zeno è un inetto, come i protagonisti dei due romanzi precedente di Svevo, Una vita e Senilità. Il suo personaggio è in contrapposizione agli eroi della tradizione letteraria, perché sa di non poter essere un modello assoluto, ma solo il protagonista di un’esperienza singolare. Nel corso del romanzo si rivela irresoluto e per prendere qualsiasi decisione ha bisogno di stimoli esterni.

Tuttavia, nel descrivere le sue esperienze biografiche mantiene sempre un distacco ironico e umoristico. Sconfitto dalla vita, è però anche consapevole che la realtà è segnata da illusioni. In quanto personaggio comico, si abbandona all’imprevedibilità della vita e conserva il sorriso anche di fronte agli eventi più drammatici. In ogni caso, alla fine la sua condizione di inferiorità viene superata. Nell’ultimo capitolo è infatti Zeno a risolvere i disastri economici del cognato, morto suicida suo malgrado, e i suoi successi commerciali proseguono nonostante gli anni tragici della prima guerra mondiale.

Italo Svevo, La coscienza di Zeno e la psicanalisi

Come si sarà capito anche dal riassunto della Coscienza di Zeno, strettamente collegato all’inettitudine è il tema della psicanalisi. Su richiesta del suo medico, Zeno scava nella propria interiorità ma allo stesso tempo mantiene un atteggiamento di ironico distacco, sottolineando la futilità di questo metodo. In tutto il romanzo ha una continua tensione verso i propri desideri e cerca di seguire quelle che si rivelano vane promesse di felicità e bellezza. Tuttavia cerca sempre di smascherare gli inganni e le illusioni che osserva nei suoi parenti e nelle persone che vede attorno a sé.

Indicativo è il suo rapporto con il mondo borghese in cui vive, che Zeno descrive nella sua concretezza. La sua condizione gli genera disagio e un perenne senso di inferiorità, che contribuisce e inibire la sua capacità di azione. Ma allo stesso tempo ha chiaro che i valori borghesi a cui le persone si conformano sono solo degli schemi che servono a dare un’apparenza di rispettabilità a pulsioni che affondano le loro radici nella parte più animale dell’uomo. E nonostante i suoi tentativi di sottrarsi a questi modelli, finisce inevitabilmente per ricadervi.

Malattia e nevrosi

La malattia è uno dei temi centrali del romanzo. Zeno si presenta infatti come malato e, più in generale, la malattia viene presentata come la condizione tipica dell’uomo moderno. La vita di Zeno, in particolare, seguendo una suggestione proveniente dalla lettura di Freud, è segnata dalla nevrosi. Ma La coscienza di Zeno non è semplicemente il resoconto di un caso clinico, seppur fittizio. L’intera società moderna si trova in una condizione di nevrosi in cui segni si ritrovano non solo nel protagonista, ma anche negli altri personaggi. A questa condizione non ci sono soluzioni, ma solo momenti di equilibrio, che si raggiungono quando ci si accorge che la malattia è ineluttabile.

In una situazione simile, la malattia diventa lo strumento fondamentale per conoscere il mondo. Ci si trova qui in una situazione contraddittoria, però, poiché se la malattia è uno strumento di conoscenza, dall’altro la letteratura è finzione, e quindi allontana dalla conoscenza. Contraddittorio è poi anche il rapporto con il tempo, verso il quale non è possibile avere nessuno rapporto lineare. Il ricordo infatti si caratterizza per un continuo andirivieni tra presente e passato. In più, il tempo si riavvolge su se stesso, e nel ripetersi si trasforma e si deforma.

La coscienza di Zeno è poi segnato dalla frattura della guerra, che incombe su tutto il romanzo e che pone fine a un’epoca, quella in cui il protagonista era giovane. È grazie alla guerra, d’altra parte, se Zeno giunge a quella che egli stesso definisce una guarigione, poiché il periodo bellico gli offre le occasioni per i cospicui affari che faranno risollevare la sua condizione economica. Ma il punto di vista di Zeno conserva il suo distacco, con cui guarda all’intera umanità. La malattia viene ora proiettata nel tempo: lo sviluppo industriale e il controllo sulle forze della natura conducono a morte e distruzione. Zeno chiude quindi il suo ragionamento con una visione apocalittica:

Ci sarà un’esplosione enorme che nessuno udrà e la terra ritornata alla forma di nebulosa errerà nei cieli priva di parassiti e di malattie.

Italo Svevo, La coscienza di Zeno

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