Ultimo aggiornamento: 28 Gennaio 2023

Uno, nessuno e centomila: analisi e riassunto di una delle opere più famose di Pirandello. Pubblicata a puntate sulla «Fiera letteraria» tra il 1925 e il 1926, poi uscito in volume nel 1926, il romanzo torna sul tema della crisi dell’identità individuale, già centrale nel Fu Mattia Pascal (1904).

Personaggi di Uno, nessuno e centomila

  • Vintagelo Moscarda, detto Gegè dalla moglie, è un uomo ordinario, titolare di una banca fondata dal padre;
  • Dida, moglie di Vitangelo;
  • Anna Rosa, amica di Dida, sperimenta turbamenti simili a quelli di Vitangelo;
  • Quantorzo e Firbo, i due amministratori della banca;
  • Marco Di Dio, debitore della banca di Vitangelo.

Uno, nessuno e centomila: riassunto e struttura

Uno, nessuno e centomila si presenta in una forma ibrida che mescola sequenze narrative da romanzo a riflessioni filosofiche. Vitangelo Moscarda vive di rendita grazie a una banca ereditata dal padre, noto in città come usuraio. La sua concezione di sé e della vita cambia quando la moglie gli fa notare un particolare che fino ad allora aveva ignorato: il suo naso è leggermente storto. Vitangelo si accorge così che ogni persona ha di lui una diversa visione. Giunge così alla conclusione di non essere uno, ma di essere centomila e, in ultima analisi, nessuno.

Vitangelo, privo delle certezze che lo avevano accompagnato, vive un periodo di crisi. Decide così di distruggere l’immagine che gli altri hanno di lui. Inizia con un esperimento che coinvolge Marco Di Dio e la moglie, due debitori della banca del padre. Prima chiede che vengano buttati fuori casa perché insolventi, ma poi, con un colpo di teatro, condona il debito e gli dona l’abitazione. Subito dopo annuncia a Quantorzo e Firbo, i due amministratori della banca, che intende chiudere l’esercizio. La notizia incontra l’opposizione non solo dei due amministratori, ma anche della moglie, che si rifugia a casa del padre.

Iniziano così le macchinazione per fare interdire Vitangelo, che nel frattempo riceve la visita di Anna Rosa, un’amica di Dida. Vitangelo scopre che anche Anna Rosa è arrivata a conclusioni simili alle sue riguardo l’identità dell’individuo e la società. Potrebbe nascere un idillio ma, durante una visita di Vitangelo, Anna Rosa finisce per sparargli in un accesso di follia. Travolto dallo scandalo, Vitangelo accetta di devolvere tutti i suoi beni per istituire una casa di carità, al cui interno troverà ospitalità. In questo modo, il protagonista si estrania e si isola dalla società.

Uno, nessuno e centomila: analisi dell’opera

Tutto il romanzo/saggio ruota attorno alla scoperta di Vitangelo Moscarda che ciascuno non è “uno”, ma piuttosto “centomila”: tanti cioè quanti sono le prospettive da cui qualcuno viene guardato. Come già nel Fu Mattia Pascal e in molte novelle e opere teatrali ritorna quindi il tema dell’identità dell’individuo e il ruolo posto della società.

La scoperta conduce il protagonista a uno stato di crisi. La società infatti impone una forma all’individuo, contrapponendosi così al flusso della vita, che invece è perenne movimento. L’unica via di fuga è la pazzia e l’allontanamento dalla società. In questo modo, l’individuo rinasce ogni volta in nuove cose. Qui c’è anche un ribaltamento rispetto al Fu Mattia Pascal. In quest’ultimo, infatti, la fuga dall’identità è destinata al fallimento: Mattia Pascal è costretto a tornare a casa e alla sua vecchia identità. In Uno, nessuno e centomila, invece, questa fuga ha un valore positivo e liberatorio. Vitangelo si abbandona alla vita, una scelta forse dovuta all’irrazionalismo misticheggiante che Pirandello abbracciò nell’ultima fase della sua produzione.

Alla negazione dell’identità corrisponde la disgregazione della forma romanzesca. Il romanzo mescola toni da narrazione con quelli da saggio. Attraverso il monologo, la voce narrante mostra la realtà al suo stato puro. La narrazione si dissolve in una serie di riflessioni, digressioni e divagazioni. Saltata la concatenazione logica tra i fatti, tutto acquista un senso e una coerenza solo nella follia del protagonista che si estranea dalla società.

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