Con il pensiero di Democrito e l’atomismo antico si chiude la disanima dei cosiddetti filosofi pluralisti. Secondo alcune fonti, il fondatore dell’atomismo sarebbe stato Leucippo, di cui però non sappiamo granché. Dobbiamo quindi le informazioni sulla sua scuola a un suo allievo, Democrito. Quando si parla di atomismo antico, in genere, si fa riferimento al pensiero di questo autore.

Leucippo e Democrito: vita e opere

Secondo le fonti antiche, il padre dell’atomismo fu Leucippo. Di lui però ci sono giunte poche notizie, al punto che qualcuno ha ipotizzato che non fosse mai esistito. Oggi però nessuno mette in dubbio la sua storicità. Nacque probabilmente nel 480/475 a.C., forse a Mileto, quindi si spostò a Elea e da lì ad Abdera, dove fondò la sua scuola e insegnò la dottrina dell’atomismo. Gli si attribuiscono due opere: La grande cosmologia e Sull’intelletto (di quest’ultimo possediamo un frammento, Diels-Kranz 67 fr. B2).

Più notizie abbiamo su Democratico, che fu suo allievo e continuatore. Nacque nel 470/460 a.C. ad Abdera, dove fu allievo della scuola di Leucippo, di cui fu poi successore. Era inoltre ricco di famiglia e visse di rendita, grazie all’eredità ricevuta dal padre. Compì diversi viaggi per motivi di studio: fu in Egitto, in Asia Minore e in Persia. Morì molto vecchio (probabilmente centenario), attorno al 380 a.C., quindi diversi anni dopo la condanna e l’esecuzione di Socrate. Democrito, infatti, viene spesso portato come esempio di come la denominazione pre-socratici sia in realtà poco corretta e limitata.

A Democrito si attribuiscono diverse opere, nessuna delle quali ci è giunta se non in frammenti, ma che testimoniano la vastità dei suoi interessi. Oltre che di fisica e atomismo, infatti, si occupò di etica, politica, religione, linguaggio, matematica, zoologia, meteorologia, musica e teoria della conoscenza. Tutto ciò fa di lui uno dei pensatori presocratici più prolifici e versatili.

Gli atomi e la realtà

Tra i frammenti più conosciuti e importanti per comprendere il pensiero di Democrito c’è il B9, che afferma:

Opinione il dolce, opinione l’amaro, opinione il caldo, opinione il freddo, opinione il colore; verità gli atomi e il vuoto.

Diels-Kranz 68 fr. B9

Gli atomi e il vuoto sono i due elementi (stoicheia) alla base di tutta l’impalcatura teorica dell’atomismo antico. Tutte le cose sono infatti composte da atomi, elementi primi non ulteriormente scomponibili: il nome stesso atomoi significa infatti “non divisibili”. Gli atomi inoltre sono tra di loro sostanzialmente uguali, e si differenziano solo per forma, ordine e posizione. Queste tre qualità geometriche sono proprietà primarie, ma esistono anche delle proprietà secondarie, proprie degli oggetti, che derivano dalle primarie e che sono quelle citate anche dal frammento B9: il caldo, il freddo, il colore etc. Secondo il filosofo di Abdera, atomi lisci e tondi producono la sensazione del dolce, atomi aguzzi generano la sensazione di amaro e così via.

Dall’eleatismo si riprende il concetto che nulla possa nascere dal nulla. Il divenire delle cose si spiega con l’aggregazione e la scomposizione degli atomi. Perché ciò sia possibile, Democrito postula l’esistenza del vuoto, inteso come uno spazio attraverso cui gli atomi possono muoversi. In questo modo, però, si afferma l’esistenza del niente, il non essere escluso invece da Parmenide.

Atomismo e cosmogonia

Come ha avuto origine il mondo? Atomi e vuoto esistono eternamente, quindi Democrito e non si preoccupa di cercarne una causa. Per la nascita del mondo (kosmos), invece, fornisce una spiegazione meccanica e materialistica. Gli atomi, che sono infiniti e hanno diverse forme, attraversano il vuoto senza avere una direzione preordinata. Finiscono però per dare origine a un vortice nel quale, muovendosi e urtandosi, dapprima gli atomi simili si aggregano tra loro, e poi iniziano a formarsi composti più complessi. L’azione del vortice (che Democrito in un frammento chiama «necessità») dà così origine a una sfera delimitata da una sottile membrana. Nella parte più interna, al centro, si trova la Terra, mentre alla periferia ci sono gli astri (esclusi però il Sole e la Luna).

Sarebbe sbagliato però pensare che la cosmogonia degli atomisti si fondi sul caso. Al contrario, dietro ogni aggregazione di atomi c’è un movimento precedente che la determina e il vortice è la causa prima, il fattore determinante della genesi di ogni cosa.

Anima e conoscenza nel pensiero di Democrito

Gli atomi hanno anche un ruolo nella gnoseologia democritea. Nell’atomismo antico l’anima (psyché), così come tutte le altre cose nel kosmos, è formata da atomi, che sono particolarmente piccoli, ignei e di forma sferica. Sono quindi adatti a muoversi continuamente e a spostarsi in qualsiasi parte del corpo. L’anima è identificata con l’intelletto, ma allo stesso tempo governa le funzioni biologiche ed è legata a vita e morte.

La conoscenza avviene attraverso la percezione: effluvi di atomi si staccano degli oggetti e, attraverso l’aria, colpiscono gli organi di senso, dove formano delle immagini (eidola) dell’oggetto. Democrito, inoltre, distingue tra due tipi di conoscenza: una basata sui sensi e incapace di cogliere il vero, e una fondata sulla dianoia (mente, intelletto), capace di fornire un giudizio di verità attendibile. La prima si limita a percepire gli oggetti, mentre la seconda consente di spingersi più in là. Tuttavia, le lacune nei frammenti che ci sono giunti rende difficile ricostruire la funzione di questa conoscenza più raffinata.

Il pensiero etico di Democrito

Ricostruire il pensiero di Democrito sull’etica pone una serie di problemi di carattere filologico. I frammenti a lui attribuiti su questi argomenti sono soprattutto massime, estrapolate dal contesto in cui erano inserite. Si pone quindi il problema di distinguere tra quelle che sono effettivamente frasi scritte dal filosofo e quelle che, sebbene gli siano attribuite, sono in realtà apocrife. Per gli studiosi è quindi difficile ricostruire i rapporti tra l’etica di Democrito e gli assunti dell’atomismo.

Sembra però possibile affermare che al centro della sua riflessione etica ci sia l’euthymía, termine che si può tradurre con «solida tranquillità», «stabilità dell’animo». Scopo della vita è infatti la felicità, laddove essere felici è inteso come una caratteristica strutturale dell’esistenza di un uomo. In termini atomistici, allora, un uomo è felice quando la sua costituzione fisica è ben costruita e lo mette al sicuro da paura e angoscia. La stabilità dell’anima è inoltre associata ai termini di misura (metriotes) e simmetria (symmetria): ogni eccesso finisce per turbare l’anima, provocando movimenti incontrollabili. Da qui arriva da Democrito l’invito ad accontentarsi di ciò che si ha e a non invidiare gli altri, così da preservare l’equilibrio degli atomi dell’anima.

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