Ultimo aggiornamento: 30 Dicembre 2023

Al monismo di Parmenide e dei suoi continuatori fecero da contraltare i filosofi raccolti dalla manualistica sotto al nome di pluralisti, cioè Empedocle, Anassagora e Democrito. Dall’eleatismo, questi filosofi riprendono il concetto che il non essere è impossibile e che nessun essere può nascere dal non essere. Rispetto agli eleati, però, i cosiddetti pluralisti si propongono di «salvare i fenomeni» (sozein ta phainomena), cioè riuscire a spiegare la realtà così come ci appare. Per farlo, ammisero l’esistenza di una molteplicità di enti. A questa linea di pensiero si può ricollegare Empedocle di Agrigento.

Empedocle tra storia e leggenda

Empedocle nacque ad Agrigento nei primi anni del V secolo a.C., da una potente famiglia siceliota. Le fonti antiche lo voglio allievo di importanti maestri, come Senofane, Parmenide o Pitagora. Sappiamo che coltivò studi in diversi ambiti: fu poeta, medico, retore e mago. Partecipò anche alla vita politica della sua città, sostenendo la fazione democratica.

A rendere particolare la sua figura è però il fatto che in vita fu avvolto da un’aura di leggenda. Vari autori antichi raccontano per esempio che Empedocle vantava di avere origini divine, che aveva un atteggiamento altezzoso e che vestiva con abiti sontuosi. La maggior parte delle leggende, però riguardano la sua morte, avvenuta forse attorno al 424-420 a.C. A seconda degli autori si racconta infatti che fu assunto in cielo oppure che si getto vivo in un cratere dell’Etna, per dimostrare la propria divinità. Oggi si tende invece a pensare che sia morto nel Peloponneso, esiliato dopo la vittoria del partito aristocratico.

Il pensiero di Empedocle: radici, Amore e Contesa

Empedocle è autore di due poemi, intitolati Sulla natura e Purificazioni (ma secondo una minoranza di studiosi potrebbero essere in realtà un’unica opera). Oltre di questi avrebbe scritto anche altri poemi, alcune tragedie e un trattato di medicina, tutti perduti.

Nel pensiero empedocleo, la realtà si basa quattro radici (rizomata) o elementi (stoicheia): fuoco, aria, terra e acqua. Queste radici si mescolano e si separano in continuazione per effetto di due principi, Amicizia (Philia) e Inimicizia (Neikos). Il divenire è così spiegato attraverso le diverse combinazioni delle quattro radici. Le cose nascono dall’incontro di radici diverse e muoiono con la separazione delle stesse radici. È invece del tutto esclusa la nascita dal non essere.

Amicizia e Inimicizia sono però anche alla base del ciclo cosmico, che viene diviso in due fasi.

  1. In una prima fase, chiamata Sfero, Amicizia ha la preminenza, mentre l’Inimicizia ha un ruolo marginale, e tutte le radici sono fuse in armonia.
  2. Nella seconda fase, detta Vortice, Inimicizia prende il sopravvento e le radici dello stesso elemento si raggruppano tra di loro.

Tuttavia la realtà in cui vivono gli uomini non corrisponde a nessuna di queste due fasi. L’esperienza mostra infatti che le cose sono composte da radici diverse, e che le radici si uniscono e si disgregano sotto l’effetto di Amicizia e Inimicizia. Non è quindi chiaro, in base ai frammenti che possediamo, capire quale sia l’equilibro tra gli elementi nello stato attuale.

Il pensiero di Empedocle su anima e daimon

Se Sulla natura affrontava questione legate alla realtà, il poema intitolato Purificazioni doveva, probabilmente, trattare tematiche religiose. Empedocle presentava il suo pensiero come proveniente da un dio: lo stesso filosofo, infatti, diceva di essere una divinità. Più precisamente, definiva se stesso come un daimon che, avendo compiuto un’azione malvagia sotto l’influsso di Contesa, ricevette una condanna a reincarnarsi più volte in esseri mortali. Tuttavia, dopo un periodo di 30.000 stagioni, avrebbe potuto tornare tra gli dèi.

Ma che cos’è un daimon? È difficile definirne la natura a partire dai frammenti in nostro possesso. Sembra che il daimon si sposti tra gli elementi che compongono il corso, e non si può escludere che anche gli altri uomini siano a loro volta daimones. Inoltre, poiché si dice che a ispirare il fatto di sangue fu Contesa, si può dedurre che Amore e Contesa abbiano anche un valore etico. Non si può escludere che Amore si associa a valori come armonia e ordine, mentre Contesa a odio e caos.

I daimones inoltre sono dotati di lunga vita, e lo stesso Empedocle affermava di essere stato un ragazzo, una ragazza, un cespuglio, un uccello e un pesce. Da qui la proibizione di mangiare carne: si rischierebbe infatti di nutrirsi di un proprio simile reincarnato. Per lo stesso motivo anche sembra che fossero rifiutati rifiutati i rapporti sessuali, per evitare il rischio di compiere incesti con i propri affini. Qualsiasi ricostruzione è comunque un’ipotesi, a causa dei problemi filologici legati alle fonti.

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