Ultimo aggiornamento: 19 Agosto 2022

Struttura e significato di Aut-Aut (Enten-Eller), la più importante opera di Søren Kierkegaard.

Struttura e significato di Aut-Aut di Kierkegaard

Victor Eremita, comprando un mobile da un rigattiere, trova al suo interno un voluminoso incartamento. Si tratta di un insieme di scritti, che Victor decide di pubblicare dividendoli in due gruppi:

  • le carte di A riuniscono una serie di scritti molto diversi tra di loro, attribuiti a vari autori fittizi, in cui appaiono diverse figure relati e mitiche, a rappresentare la grande varietà della vita estetica;
  • le carte di B sono attribuite a un unico autore, il giudice Wilhelm, che rappresenta invece l’unicità della vita etica.

Kierkegaard lavorò ad Aut-Aut (Enten-Eller in danese, il cui significato è «o… o»), tra la primavera 1841 e l’autunno 1842. La pubblicazione avvenne nel 1843. La scrittura di Aut-Aut impegnò il filosofo nel periodo successivo alla rottura del fidanzamento con Regine Olsen, cosa che lasciò tracce nell’opera. L’aut-aut a cui fa riferimento il titolo trova riscontro nella bipartizione dell’opera. Tuttavia non è possibile isolare un pezzo dell’opera dagli altri: le diverse parti, infatti, hanno senso solo nel loro rapporto reciproco.

Le carte di A: la vita estetica

Il primo gruppo di scritti, le carte di A, comprende una serie di opere di carattere estetico:

  • Diapsàlmata,
  • Gli stadi erotici immediati, ovvero il musicale-erotico,
  • Il riflesso del tragico antico nel tragico moderno,
  • Silhouettes,
  • Il più infelice,
  • Il primo amore,
  • La rotazione delle colture,
  • Diario del Seduttore, di Johannes.

L’estetico viene rappresentato attraverso diverse figure: Don Giovanni (Gli stadi erotici immediati, Silhouettes), Faust (Silhouettes) e l’esteta Johannes (Diario del Seduttore). Il primo è il seduttore che pone le sue conquiste una dopo l’altra, in una lunga serie di istanti. Faust invece è alla ricerca della conoscenza assoluta, dubita di tutto e non potrà mai interrompere la sua ricerca. È seduttore di una sola donna, (Margherita), nella quale trova un momento di riposo di fronte alla sua ricerca senza fine. Il seduttore Johannes, all’opposto di Don Giovanni, evita il possesso ma gode solo della seduzione in sé e la racconta. La seduzione diventa così scrittura, opera d’arte.

In Johannes la vita estetica tocca il suo vertice: l’esteta è qualcosa solo nell’immaginazione, ma nella realtà non ha mai scelto di essere niente. Piuttosto, il suo io si perde in una molteplicità di figure possibili. L’esteta quindi non si rivela mai al mondo, si rivela solo attraverso delle maschere. Da queste considerazioni si apre l’analisi della vita etica.

Le carte di B: la vita etica

Il secondo gruppo di scritti, le carte di B, comprende:

  • Validità estetica del matrimonio,
  • L’equilibrio tra l’estetico e l’etico nell’elaborazione della personalità,
  • Ultimatum.

I primi due scritti sono attribuiti al giudice Wilhelm. A differenza della vita estetica, la vita etica si basa su una scelta, che istituisce una personalità morale. Attraverso la scelta l’io diventa sé, e passa dal mondo della possibilità a quello della realtà. Solo nella scelta infatti è possibile l’esercizio della libertà. L’io che sceglie abbandona le maschere, diventa trasparente a se stesso, si rivela a sé e al mondo. Inoltre, mentre l’esteta passa attraverso una serie di momenti presenti, la vita etica ha una durata, perché conosce il divenire, ha fissato dei punti nella storia che danno un senso al passato, al presente e al futuro.

Da qui deriva anche la difesa del matrimonio, contrapposto alla ricerca del “primo amore” sostenuta dall’esteta. Il “primo amore” è infatti un momento, che si esaurisce quando viene vissuto. Con il matrimonio, invece, il “primo amore” si rinverdisce nella continuità del vincolo. Nel matrimonio, inoltre, la conquista del seduttore viene sostituita dalla stabilità del possesso.

L’etica in Aut-Aut di Kierkegaard, nel suo significato profondo, è fondata sulla scelta libera del singolo, ma trova compimento ne quadro della moralità sociale. Esclude quindi l’isolamento tipico del mistico, il quale sceglie se stesso per astrazione. La scelta di sé deve invece concretizzarsi nelle istituzioni comunitarie quindi nel matrimonio, nel lavoro e nei compiti che caratterizzano la vita borghese.

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