Ultimo aggiornamento: 30 Dicembre 2021

Chi da bambino non ha mai sentito parlare del barone di Münchhausen? Le sue stravaganti avventure nella campagna di Russia, in mare o addirittura sulla luna hanno divertito per oltre due secoli schiere di giovani lettori. Il libro ha ispirato anche un film, del 1988, diretto da Terry Gilliam con John Naville. Eppure praticamente nulla sappiamo dell’autore originale di quest’opera, apparsa inizialmente sulle pagine di una rivista umoristica settecentesca.

La storia editoriale

Il primo nucleo delle avventure del barone di Münchhausen apparve tra il 1781 e il 1783 su una rivista umoristica berlinese, il «Vade Mecum für listige Leute». L’autore originale è ignoto. Sembra che a ispirare il personaggio sia stato Hieronymus Karl Friedrich von Münchhausen, nobile tedesco diventato celebre per le storie inverosimili che amava raccontare. Da questo nucleo avrebbe preso spunto Rudolf Eric Raspe, che nel 1785 pubblicò in inglese il libro Baron Münchhausen’s Narrative of His Marvellous Travels and Campaigns in Russia. Raspe integrò i materiali di partenza, aggiungendo nuove avventure. Questa versione fu la base per due successive rielaborazioni, pubblicate in tedesco nel 1786 e nel 1788. L’autore rimase anonimo fino all’Ottocento, quando venne identificato con il letterato tedesco Gottfried August Bürger. Le edizioni moderne dell’opera riproducono o la versione di Raspe oppure quella di Bürger.

Le avventure del barone di Münchhausen

Ammetto che queste cose possano apparirvi alquanto strane, ma invito chiunque abbia solo anche un piccolissimo dubbio a recarsi sulla luna per convincersi della mia sincerità. Perché io sono ligio alla verità come ben pochi altri viaggiatori di questo nostro mondo.

(trad. it. di Carolina Urlo)

Il libro, come è noto, non ha una trama unitaria, ma è piuttosto una raccolta di avventure assurde. Si parte con la campagna di Russia, durante la quale il barone di Münchhausen compie varie peripezie e viene fatto prigioniero dai turchi. Seguono le sue avventure per i mari, e proprio durante uno di questi viaggi raggiunge e visita la luna. Infine, il barone attraversa pure l’interno della terra, dove incontra Vulcano e flirta con la dea Venere. Il narratore di tutte queste storie è sempre il barone, che nella versione di Bürger racconta le vicende una compagnia di ascoltatori. Solo in un punto il barone si allontana e prende la parola un suo servitore, che fornisce alcuni dettagli su un’avventura in Turchia.

Le avventure del barone di Münchhausen incontrarono presto i favori del pubblico, e la loro fortuna prosegue ancora oggi. Ci si potrebbe però chiedere: come è possibile che il Settecento, il secolo dei lumi, abbia prodotto quest’opera in cui la fantasia corre sfrenata? Ma forse si potrebbe ribaltare la questione. Le avventure del barone possono piuttosto essere lette come un gioco della ragione, che si diverte a sovvertire la realtà delle cose. Sono pure menzogne, che non fanno niente per sembrare verosimili ma anzi ostentano la propria impossibilità.

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