Ultimo aggiornamento: 19 Agosto 2022

La poetica e il pensiero di Italo Calvino seguono l’evoluzione della sua ricerca letteraria, passando dal realismo alla sperimentazione.

Italo Calvino, il pensiero e le basi della poetica

L’opera di Italo Calvino attraversa varie fasi ed una delle più significative della letteratura italiana tra gli anni quaranta e ottanta. Lo scrittore ha seguito da vicino i principali momenti della storia letteraria italiana, dal neorealismo alla neoavanguardia portando però sempre avanti una propria ricerca personale. La sua ispirazione aveva d’altra parte una natura eclettica, che comprendeva da Borges all’OuLiPo, senza dimenticare le ricerche teoriche dello strutturalismo e della semiotica.

L’esordio e il neorealismo

Italo Calvino esordì nel 1947, nel solco della letteratura impegnata e del neorealismo, con Il sentiero dei nidi di ragno. Nel romanzo i ricordi dell’infanzia e della lotta partigiana si intrecciano. Tutto si ammanta di un tono fiabesco: Pin guarda al proletariato, alla lotta di classe, alla guerra e in generale al mondo degli adulti come a qualcosa di magico. Quello del realismo è un filone che prosegue per gran parte della produzione di Calvino, anche quando lo scrittore si dedicherà alla letteratura fantastica.

Al neorealismo si possono ricondurre, per esempio, raccolte come Ultimo viene il corvo (1949), L’entrata in guerra (1954) e la sezione La vita difficile nei Racconti del 1958 (La formica Argentina, La speculazione edilizia, La nuvola di smog). Una critica al consumismo contemporaneo si ritrova nei racconti di Marcovaldo ovvero Le stagioni in città (1963), mentre La giornata di uno scrutatore (1963), ambientata nell’istituto Cottolengo di Torino, è una riflessione sul confine tra ragione e irrazionalità.

La letteratura fantastica nel pensiero di Italo Calvino

Ben presto però la poetica di Calvino si spostò sulla letteratura fantastica. Lo scrittore raggiunse alcuni dei suoi risultati migliori in opere di tono fiabesco. Due sono le opere principali di questa fase della produzione di Calvino: la trilogia dei Nostri antenati e le Fiabe italiane.

La trilogia comprende tre romanzi comparsi negli anni cinquanta: Il visconte dimezzato (1952), Il barone rampante (1957) e Il cavaliere inesistente (1959). Solo in un secondo momento furono riuniti in un volume intitolato, appunto, I nostri antenati. I tre romanzi sono ambientati in epoche diverse: il primo nel Cinquecento, il secondo nel Settecento illuminista e il terzo nel Medioevo fantastico di Ariosto. Tutti e tre sono però accomunati dal tentativo di giungere a una conoscenza razionale del mondo, pur consapevole della complessità del reale e dei limiti dell’uomo.

Le Fiabe italiane (1956) sono un tentativo di raccogliere la grande tradizione favolistica italiana. Il volume raccoglie circa duecento fiabe provenienti da diverse regioni d’Italia, riproposte in un italiano semplice, accessibile a tutti. L’opera ha un enorme valore documentario e anticiperà l’interesse per la fiaba tipico dei decenni successivi.

Il pensiero di Italo Calvino nella fase combinatoria

Trasferitosi a Parigi negli anni Sessanta, Italo Calvino entrò in contatto con gli ambienti dell’OuLiPo e si orientò verso soluzioni metaletterarie. È la fase della cosiddetta letteratura combinatoria, poiché diventarono i meccanismi stessi del fare letteratura. Gli scrittori dell’OuLiPo (tra cui i più famosi furono Raymond Queneau e Georges Perec) si proponeva, programmaticamente, di comporre opere letterarie utilizzando dei vincoli formali, che poteva essere d’ispirazione per trovare nuove soluzioni stilistiche e narrative.

Il nuovo interesse del pensiero di Italo Calvino per la sperimentazione portò alle Cosmicomiche (1965) e a Ti con zero (1967). Narratore è un essere dal nome impronunciabile e palindromo, Qfwfq, che ha attraversato le diverse età della Terra e può quindi descriverle. Si tratta di un tipo molto particolare di fantascienza, poiché non racconta storie ambientate nel futuro ma nel passato. Il castello dei destini incrociati (1969) e La Taverna dei destini incrociati (1973) si fondano invece sull’intreccio di storie differenti, attraverso la combinazione delle carte di un mazzo di tarocchi.

Un altro esperimento metanarrativo sono Le città invisibili (1972). Marco Polo descrive a Kublai Khan le città del suo impero, ma questi luoghi esistono solo nei suoi racconti e nelle sue parole. Il gioco metanarrativo raggiunge il suo apice però in Se una notte d’inverno un viaggiatore (1979). Considerato un riferimento del postmoderno italiano, è un iperromanzo: i protagonisti sono un lettore e una lettrice, che compiono un viaggio attraverso dieci romanzi, di cui viene riportato solo il primo capitolo. Nell’ultimo romanzo, Palomar (1983), protagonista è invece un “osservatore di particolari”. In un mondo frantumato, è possibile solo osservare i frammenti e i dettagli, senza riuscire a cogliere un ordine.

Le Lezioni americane e la letteratura del nuovo millennio

Il testamento spirituale di Calvino sono però le sue Lezioni americane. Si tratta di un ciclo di conferenze che lo scrittore avrebbe dovuto tenere all’università di Harvard durante l’anno accademico 1985-1986. Calvino pensò al titolo complessivo di Six Memos for the Next Millennium, tuttavia riuscì a scrivere solo cinque delle sei lezioni previste. Queste furono poi pubblicate con il titolo di Lezioni americane. Sei proposte per il prossimo millennio. Ciascuna lezione ruota attorno a un tema:

  • Leggerezza
  • Rapidità
  • Esattezza
  • Visibilità
  • Molteplicità

Una sesta lezione, che doveva intitolarsi Consistency, non fu mai scritta. Ogni lezione trattava di un valore letterario che avrebbe dovuto accompagnare le letteratura nel passaggio dal vecchio al nuovo millennio.

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