Ultimo aggiornamento: 30 Dicembre 2023

È indiscutibile che il più importante allievo di Socrate sia stato Platone. Tuttavia Socrate ebbe anche altri allievi, che vengono indicati come socratici e che a loro volta fondarono delle scuole socratiche minori, di cui proponiamo un riassunto. L’aggettivo “minori” serve per distinguerle dalla scuola socratica maggiore, cioè l’Accademia platonica. La tradizione ne ricorda tre: la scuola cinica di Antistene, la scuola cirenaica di Aristippo e la scuola megarica di Euclide. Sempre secondo le fonti antiche, da queste tre scuole sarebbero scaturite le tre principali correnti della filosofia ellenistica: dal cinismo lo stoicismo, dai cirenaici l’epicureismo, mentre la scuola megarica avrebbe influenzato lo scetticismo.

Antistene e il cinismo

Antistene

Iniziamo il riassunto delle scuole socratiche minori con la scuola cinica. Ateniese per parte paterna, Antistene nacque probabilmente attorno al 436 a.C. e visse una settantina d’anni. Seguì le lezioni di Gorgia e di altri sofisti, prima di diventare allievo di Socrate, a cui fu particolarmente legato. Recepì la lezione della dialettica socratica, giungendo però a conclusioni molto diverse da quelle di Platone. Riteneva infatti che non fosse possibile definire le cose, cogliere che cosa sono, ma solo descriverne gli attributi. Di conseguenza, non era possibile risalire a concetti universali e invisibili, come le idee platoniche. Da qui la celebre frase che rivolse proprio a Platone: «vedo il cavallo, non vedo la cavallinità».

L’insegnamento socratico è evidente nell’attenzione di Antistene verso alcuni aspetti etici: come il maestro, sosteneva che la virtù fosse insegnabile e che coincidesse con la conoscenza. Sostenne tuttavia la necessità dell’autarchia: la virtù, in altre parole, doveva bastare a se stessa. A questa era forse collegato il suo rifiuto del piacere.

Diogene Cinico

Sebbene Antistene ne venga indicato come l’iniziatore, il cinismo si sviluppò compiutamente solo con Diogene di Sinope (413 – 323 a.C.), detto appunto il Cinico. Il termine “cinismo” deriva forse dalla parola kyon, «cane», il soprannome con cui era indicato Diogene per via delle sue singolari abitudini. Stando alle testimonianze, viveva per strada e possedeva soltanto un mantello, una bisaccia e un bastone. Si disinteressava di tutti i beni che la comunità riconosceva come tali e non si vergognava di compiere in pubblico cose considerate disdicevoli.

Questo stile di vita si basava però su una ben precisa dottrina filosofica. Attraverso i suoi atteggiamenti, che i contemporanei ritenevano degni di un cane (cioè di un essere senza pudore), Diogene voleva dimostrare che le necessità naturali non sono affatto vergognose. Ciò che è vergognoso, infatti, non deve essere fatto mai, né in pubblico né in privato. Diogene sosteneva inoltre l’importanza dell’autosufficienza ed era diventato famoso per la sua parrhesia, cioè la sua totale libertà di linguaggio.

La physis, secondo Diogene, mostra agli uomini come si devono comportare e indicava gli animali come modello di comportamento. La virtù consiste nel vivere secondo natura e nel procurarsi l’autosufficienza. Riteneva inoltre che il filosofo doveva avere un altissimo ruolo nella società. Le testimonianze indicano che ebbe toni polemici sia rispetto alla politica sia alla religione tradizionale.

Aristippo e la scuola cirenaica

Aristippo

La seconda delle scuole socratiche minori di cui parliamo in questo riassunto è la scuola cirenaica. Aristippo nacque attorno al 435 a.C. a Cirene, da una famiglia agiata. Fu forse anch’egli allievo dei sofisti, prima di conoscere Socrate. La sua riflessione era particolarmente orientata ai temi dell’etica e della morale. La filosofia era vista come uno strumento per raggiungere la felicità, la quale però scaturiva dalla libertà. Aristippo guardava inoltre con favore al piacere, al punto da essere considerato da alcuni un edonista. Il piacere è considerato un mezzo per promuovere la libertà dell’uomo, il quale però deve comunque mantenere il controllo delle proprie passioni.

I cirenaici

Le fonti antiche indicavano Aristippo come fondatore della scuola cirenaica. Gli studi moderni tendono però a mettere in dubbio questa notizia, considerate la distanza che lo separa dalle dottrine dei cirenaici. Questi erano un gruppo di filosofi originari di Cirene (Aristippo Metrodidatta, Anniceride, Teodoro, Egesia), interessati soprattutto a temi di etica. Non erano tuttavia un gruppo coeso, ma tra i diversi esponenti dovevano esserci delle differenze. In generale, sostenevano che il massimo bene era il piacere, inteso probabilmente in senso fisico: il piacere veniva descritto come un lieve movimento dei sensi, mentre il dolore era un movimento violento. Gli uomini dovevano quindi perseguire il piacere, indipendentemente da quale tipo fosse, ed evitare il dolore.

Euclide e la scuola megarica

Euclide di Megara

Chiudiamo il nostro riassunto delle scuole socratiche minori con la scuola megarica. Euclide (circa 445 – circa 375 a.C.) nacque a Megara, in Attica, e dopo la morte del maestro ospitò alcuni condiscepoli, tra cui Platone, nella sua casa. Si è molto discusso sui rapporti di Euclide con l’eleatismo: molto probabilmente si era avvicinato agli scritti di Parmenide prima di conoscere Socrate. Studi più recenti però hanno dimostrato, nelle sue dottrine, la preminenza dei motivi di origine socratica. Partendo dalla lezione socratica, Euclide sosteneva che esiste un unico vero bene per l’uomo, e che questo bene è al tempo stesso scienza, virtù e felicità. Ogni altro obiettivo è errato e non porta alla felicità.

I megarici

Come per le altre due scuole socratiche, anche per la scuola megarica è difficile riconoscere Euclide come suo fondatore. I principali esponenti della scuola si dedicarono infatti all’eristica e ad argomenti dialettici paradossali.

Il più famoso esponente della scuola megarica è Eubulide di Mileto, a cui si devono diversi paradossi. Tra questi, si ricordano il paradosso del mentitore (chi dice di mentire, mente o dice la verità?) e quello del sorite (qual è il numero minimo di oggetti necessario per avere un mucchio?). Singolare era il paradosso del cornuto: alla domanda «hai perso le corna?» se una persona risponde affermativamente significa che ha avuto le corna, se invece risponde negativamente significa… che ce le ha ancora.

Oltre a Eubulide, tra i megarici si possono ricordare anche Diodoro Crono e Stilpone.

Sul web

Precedente Il metodo socratico: ironia e maieutica
origami di un uomo con la barba che osserva il cielo stellato Successivo Senofane: pensiero, vita e opere