Ultimo aggiornamento: 28 Gennaio 2023

L’opera più famosa di Carlo Emilio Gadda, Quer pasticciaccio brutto de via Merulana è uno dei romanzi italiani più importanti del Novecento.

Fasi della scrittura del Pasticciaccio di Gadda

Scritto a partire dal 1945, Quer pasticciaccio brutto de via Merulana fu pubblicato l’anno successivo a puntate sulla rivista «Letteratura». Tra il 1946 e il 1947 Gadda lavorò al romanzo in vista alla sua pubblicazione in volume, che però non avvenne. In seguito, tra il 1947 e il 1948 scrisse una sceneggiatura intitolata Il palazzo degli ori, ma anch’essa rimase inutilizzata. Su pressione di Livio Garzanti, infine, nel 1953 riprese a lavorare al Pasticciaccio, che fu pubblicato in volume nel 1957 in una versione riveduta e ampliata.

Trama del Pasticciaccio di Gadda

Il romanzo è un poliziesco atipico. Ambientato a Roma negli anni del regime fascista, ruota attorno a un delitto che avviene in un palazzo borghese di via Merulana. Dapprima c’è un furto di gioielli nell’appartamento della vedova Menegazzi, quindi la signora Liliana Balducci viene ritrovata morta. Sui fatti indaga il commissario Ciccio Ingravallo, tuttavia l’investigazione si rivela un gran “pasticcio”. Nonostante gli sforzi, la polizia non è in grado di risalire né all’omicida, né di trovare un movente. Nel corso del romanzo vengono fatte varie ipotesi, ma il tutto si conclude senza che sia stata trovata una soluzione.

Struttura del Pasticciaccio di Gadda

Il romanzo non ha un centro della narrazione, e non si può dire che l’azione ruoti attorno al protagonista. Piuttosto, il Pasticciaccio mostra le molteplici facce di una realtà oggettiva, che viene descritta ricorrendo al pastiche. Gadda quindi mescola la parlata romanesca con i dialetti molisano (parlato da Ingravallo), campano, veneto e molti altri ancora. La caratterizzazione regionale riguarda sia i dialoghi (ogni personaggio si esprime secondo una diversa parlata) ma anche le descrizioni e le parti narrative del romanzo.

Nel Pasticciaccio vengono così messi in luce gli aspetti più grotteschi dell’Italia fascista. A Roma, capitale del paese, il regime aveva fatto confluire le anime provenienti da tutta Italia. Tuttavia l’amalgama non era riuscita, ma anzi aveva portato a galla solo gli aspetti più negativi. E così nel romanzi i dialetti italiani si mescolano, dando vita a uno spettacolo insulso, osceno e barocco. Questa stupidità, però, non è propria solo dell’Italia fascista: secondo Gadda domina tutta la storia, e nel Pasticciaccio nessun personaggio riesce a sfuggirvi.

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