Ultimo aggiornamento: 28 Gennaio 2023

Particolare successo nel Settecento ha il romanzo epistolare, in cui la vicenda è raccontata direttamente dai protagonisti attraverso le loro lettere. Una delle prime caratteristiche del genere è il fatto che restringe il punto di vista a quello di pochi personaggi, concentrandosi sulle loro sensazioni e sentimenti. Il romanzo epistolare inoltre vanta di avere una verità documentale dei fatti narrati: si pretende infatti che le lettere siano autentiche e scritte di pugno dal protagonista. Queste caratteristiche danno forza al romanzo epistolare, legando strettamente il protagonista con l’azione narrata.

Origini e sviluppo del romanzo epistolare

Già prima del XVIII secolo si era tentato di narrare storie attraverso lettere. Un esempio tratto dalla letteratura classica sono le Eroidi di Ovidio, una raccolta di lettere composte tra il 25 e il 16 a.C. In questo caso i testi erano attribuiti a personaggi mitologici. Un altro antecedente illustre, risalente al XII secolo, sono le Lettere di Abelardo a Eloisa, testimonianza della storia d’amore tra il filosofo e la discepola.

Il romanzo epistolare diventa però un genere autonomo solo nel Seicento. Nel 1669 vengono pubblicati due romanzi destinati ad avere grande successo: le Lettere di Babet di Edme Boursault e le Lettere portoghesi di Gabriel Joseph Guilleragues. L’eta d’oro del romanzo epistolare è però il Settecento. Tra il XVIII e i primi anni del XIX secolo ne vengono pubblicati circa un centinaio di titoli.

I principali esempi nella letteratura europea del Settecento

Tra le decine di titoli fioriti nella letteratura europea del Settecento si devono ricordare senz’altro le Lettere persiane (1721) di Montesquieu. Si tratta di un romanzo polifonico: la vicenda è narrata attraverso lettere scritte da personaggi diversi, intersecando le varie voci. Questa formula sarà poi ripresa da altri romanzi, come la Pamela (1740) di Richardson, Giulia o La nuova Eloisa (1761) di Rousseau e Le relazioni pericolose (1782) di Choderlos de Laclos.

Altri romanzi, invece, tendono a proporre solo lettere di uno stesso personaggio, generando quindi un effetto simile a quello di un romanzo intimo. Il personaggio in questo caso resta isolato, perché non riceve risposta dall’interlocutore. Così è, per esempio, nelle Lettere di una peruviana (1747) di Mme de Graffigny. Questo modello sarà poi ripreso alla fine del secolo da Goethe (I dolori del giovane Werther, 1774) e da Foscolo (Ultime lettere di Jacopo Ortis, 1802).

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