Ultimo aggiornamento: 14 Maggio 2021

La letteratura del Settecento risente delle trasformazioni in atto nella società dell’epoca. I vecchi modelli politici e sociali, in vigore dal Medioevo, decadono. Al loro posto si fanno strada nuovi ideali e una nuova fiducia nella ragione. Gli intellettuali guardano ora in un’ottica europea, e gli scambi sono facilitati dalla diffusione delle traduzioni. Cade inoltre inoltre la distinzione tra letteratura e non letteratura: gli eruditi compongono tutti insieme un ideale repubblica delle lettere, in cui il confronto è possibile grazie al principio della tolleranza.

Un secolo di trasformazioni

Il Settecento fu segnato dalla crisi dell’Ancienne Regime. Già a partire dall’ultimo decennio del XVII secolo in Francia, Inghilterra e Olanda vengono messe in discussione alcuni capisaldi dell’epoca precedente: l’assolutismo, il dogmatismo, la concezione monolitica del sapere. Le punte più avanzate della cultura europea portano avanti le istanze del razionalismo che Cartesio aveva fondato nel secolo precedente. A questo si aggiunge un sentimento di ribellione al principio di autorità, che trova espressione nel libertinismo. Fin dall’inizio del Settecento si afferma inoltre l’idea che il sapere sia un’«illuminazione»: il sapere è un sapere critico nel senso moderno del termine, capace di analizzare la realtà senza pregiudizi. Gli intellettuali ora si confrontano su un terreno comune, in cui vige il principio di tolleranza.

La repubblica delle lettere

Gli intellettuali del Settecento sono uomini che si occupano di cultura a tutto tondo. “Letterato”, in questo contesto, è chi produce un testo scritto: non solo poeti, ma anche scienziati e accademici. Le opere di questo periodo si pongono in un’ottica di confronto internazionale. Si parla quindi di “repubblica delle lettere”, per indicare questo consesso transnazionale che idealmente riunisce e mette in comunicazione gli intellettuali delle diverse parti d’Europa. Decisiva è l’opera dei traduttori, che favorisce gli scambi culturali, soprattutto per le opere scritte in lingue poco conosciute (come era all’epoca il caso dell’inglese).

La letteratura del Settecento e la stampa periodica

Altra importante novità del Settecento è l’affermazione della stampa periodica. Nel XVIII secolo il giornalismo fiorisce e le testate periodiche diventano uno strumento indispensabile per la diffusione delle notizie ma non solo. Dalla fine del Seicento i giornali letterari vengono pubblicati con regolarità e propongono recensioni ed estratti degli ultimi libri in circolazione. La stampa periodica avrà poi un ruolo cruciale con l’Illuminismo.

Il Rococò e i modelli francesi

I principali modelli letterari della letteratura del Settecento provengono dalla Francia. Qui si sviluppa la ”querelle des anciens et des modernes”, già avviata durante il Seicento. La cultura aristocratica francese dell’epoca sostiene in particolare la superiorità dei moderni sugli antichi. La cultura contemporanea è esaltata perché formata alla razionalità. I moderni hanno quindi potuto raggiungere modelli di perfezione che agli antichi erano stati preclusi. È inoltre l’epoca del Rococò: tra gli aristocratici si diffonde un clima di edonismo e alla frivolezza.

La letteratura del Settecento e la nascita del romanzo moderno

La letteratura del Settecento vede la nascita del romanzo moderno. Nato in Inghilterra, il romanzo in prosa è un genere destinato ad avere sempre maggiore importanza nella letteratura europea dei secoli successivi. In particolare, ingloberà alcuni temi che fino ad allora erano propri di altri generi, come l’epica, la lirica, la novella, la tragedia. Il romanzo diventa insomma il genere per eccellenza della modernità, capace di offrire spunti di riflessione sulla realtà. Dei protagonisti vengono infatti descritti i rapporti sociali e le reti di relazioni in cui si sviluppa l’umanità.

La nascita del romanzo moderno

Il teatro del Settecento

Il Settecento segna anche il trionfo del teatro. Gli autori italiani tornano ad avere un ruolo di primo piano nella cultura europea. Questo grazie alle commedie di Goldoni e all’opera italiana, che conosce grande successo con librettisti come Pietro Metastasio e Apostolo Zeno. La pietra di confronto continua comunque a essere il teatro francese.

La letteratura del Settecento in Italia: l’Arcadia

In Italia la letteratura del Settecento è segnata dall’Accademia dell’Arcadia. Fondata il 5 ottobre 1690 a Roma, è nata dal cenacolo letterario che si riuniva attorno alla regina Cristina di Svezia, che aveva dovuto rinunciare al trono dopo la sua conversione al cattolicesimo. Come mostrato dal nome scelto, l’Arcadia si rifaceva alla poesia bucolica e pastorale greca. Era quindi una letteratura d’evasione, come dimostrato anche dal fatto che ogni membro dell’Accademia adottava un nome pastorale di origine greca.

L’opera italiana

La lingua e la cultura italiana sono molto diffuse nelle corti europee, e questo grazie all’opera italiana. Si tratta di un particolare genere teatrale, che unisce tragedia e musica, e per il quale vengono utilizzati libretti in italiano. Tra i maggiori librettisti dell’epoca c’è Pietro Metastasio, poeta arcadico e autore di una vera e propria riforma del melodramma italiano. Metastasio modifica la struttura dei libretti e introduce una fine analisi dei sentimenti provati dai personaggi, senza però mai approfondirli troppo, per non turbare lo spettatore.

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