Ultimo aggiornamento: 30 Dicembre 2021

Per Giuseppe Ungaretti la poesia è un’esperienza assoluta e totalizzate. Punto di partenza sono episodi biografici, ma l’io del poeta finisce per identificarsi con le cose e i paesaggi, che sfumano e scompaiono. La poetica ungarettiana sarà un punto di riferimento per i poeti dell’ermetismo.

Vita

Giuseppe Ungaretti nacque ad Alessandria d’Egitto l’8 febbraio 1888 da una coppia originaria di Lucca. Nella città egiziana il futuro poeta frequentò l’École Suisse Jacot, quindi nel 1912 si trasferì a Parigi, dove studiò letteratura al Collége de France e alla Sorbona. Il soggiorno in Francia fu fondamentale per la sua formazione poetica, poiché gli consentì di approfondire la conoscenza dei simbolisti. Sempre negli stessi anni iniziò a scrivere poesie, sia in italiano sia in francese.

Affascinato dalla retorica nazionalista e interventista, nel 1915 si arruola soldato di fanteria e viene inviato sul Carso. L’esperienza della prima guerra mondiale è una delle più importanti per il giovane poeta e lasciò un segno indelebile nelle sue opere. Nel 1916 pubblicò la raccolta Il porto sepolto, a cui seguì Allegria di naufragi (1919); le due raccolte, nel 1931, formeranno il volume L’allegria. Contemporaneamente collaborò con vari giornali e riviste, sia italiani sia francesi, e nel 1928 maturò la sua conversione al cattolicesimo.

In seguito insegnò letteratura italiana all’università di San Paolo del Brasile (1936-1942) e alla Sapienza di Roma (1942-1965). Nel 1942, inoltre, Arnoldo Mondadori avviò la pubblicazione di tutte le opere del poeta con il titolo Vita di un uomo. Nel secondo dopoguerra Ungaretti continuò con l’insegnamento e seguì l’edizione delle sue raccolte poetiche. Morì a Milano nella notte tra il 1º e il 2 giugno del 1970.

Opere

L’allegria

Pubblicata nel 1931, L’allegria raccoglie tutte le opere della prima fase della produzione poetica ungarettiana. È organizzata dall’autore stesso in cinque sezioni:

  • Ultime
  • Il porto sepolto
  • Naufragi
  • Girovago
  • Prime

Confluiscono in questa raccolta le poesie composte durante la guerra del Carso. Il conflitto mondiale, nei versi di Ungaretti, è un’immagine del destino tragico degli uomini, segnato dallo scontro tra l’io e una realtà ostile. L’allegria citata nel titolo è un riferimento al senso di euforia che si prova di fronte a spettacoli di distruzione. L’io viene posto sullo stesso piano del mondo distrutto dal conflitto, fino a diventare un elemento del paesaggio bellico. Di contro, la parola poetica acquisisce un valore assoluto.

Le altre opere

Nel 1933 Ungaretti pubblicò Sentimento del tempo, poi uscito in seconda edizione nel 1936. I componimenti di questa raccolta, che hanno come modelli Petrarca e Leopardi, sono però segnati da un senso di decadenza.

La raccolta Il dolore, del 1947, affronta un dolore allo stesso tempo personale e collettivo. Vi rientrano sia le poesie scritte in seguito alla morte del fratello del poeta, sia quelle che rievocano l’occupazione nazista di Roma. Di argomento autobiografico sono anche le ultime due raccolte, Un grido e paesaggi (1952) e Il taccuino del vecchio (1960).

Nell’ultima fase della sua produzione, Ungaretti ricorre inoltre alla metafora e all’analogia per trasportare la propria esperienza personale in un mondo mitico. Nel poema incompiuto La Terra Promessa (1950), per esempio, viene raccontato il viaggio di Enea e il suo amore per Didone.

Sul web

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