Ultimo aggiornamento: 28 Gennaio 2023

La poesia del romanticismo italiano riprende solo in parte i modelli provenienti dal resto d’Europa. In autori come Foscolo e Leopardi, per esempio, seppur presenti elementi tipicamente romantici, si possono ancora ritrovare riferimenti ai canoni del classicismo. In generale, la poesia romantica italiana è una poesia orientata al vero e con forti aspirazioni politiche e sociali, spesso legate al Risorgimento.

Il romanticismo italiano e le innovazioni nella poesia

Nella letteratura europea, il romanticismo introduce alcune novità nella poesia. La parola poetica è intesa come espressione dell’intimità e della soggettività dell’autore, che può creare utilizzando i propri mezzi in assoluta libertà. Centrale è la figura del genio, che crea in libertà imitando la natura. Nella poesia del romanticismo italiano queste istanze sono riprese da un poeta come Ugo Foscolo, che comunque è ancora legato ai temi e allo stile del neoclassicismo. Anche Giacomo Leopardi si può collocare su posizioni simili: risente dell’influenza del romanticismo, ma allo stesso tempo è fedele ai modelli classici. La lirica di Alessandro Manzoni si rifà invece alla poesia drammatica, ma con una forte aspirazione religiosa. Al romanticismo è riconducibile anche l’opera di Niccolò Tommaseo, originale autore di una poesia religiosa venata di misticismo.

Tra i poeti minori, invece, prevale l’aspirazione al vero e a una poesia impegnata. Molto diffusa è la poesia patriottica, legata al Risorgimento. C’è poi una produzione satirica, dedicata a temi politici e sociali. Da non dimenticare, infine, la poesia dialettale, che ha come massimi rappresentanti il milanese Carlo Porta e il romano Giuseppe Gioacchino Belli.

Gli storici della letteratura individuano poi una seconda generazione romantica, attiva nella seconda metà del XIX secolo, che ha tra i suoi rappresentanti Giovanni Prati e Aleardo Aleardi. Questi poeti accentuano fino all’estremo l’effusione sentimentale che aveva caratterizzato gran parte del romanticismo italiano e non. D’altro canto, introdussero in Italia anche elementi tipici del romanticismo europeo e fino ad allora ignorati, come l’irrazionalità, il sogno, gli elementi fantastici.

I generi della poesia nel romanticismo italiano

Quali erano i generi più diffusi nella poesia romantica italiana? Oltre alla lirica, a cui si è accennato parlando di Leopardi e Manzoni, si deve ricordare la novella in versi, cioè un’opera narrativa in versi. Erano testi ambientati solitamente nell’età contemporanea, ma non di rado le storie potevano collocarsi in un Medioevo pittoresco, descritto con toni cupi. Alla base della trama c’erano sempre motivi sentimentali e contrasti passionali, e che si proponevano di commuovere il pubblico. Le opere più rappresentative di questo genere sono la Fuggitiva (1816) e l’Ildegonda (1820) di Tommaso Grossi, l’Ermengarda di Giovanni Prati, Pia de’ Tolomei (1822) di Bartolomeo Sestini e Ida della Torre di Giulio Carcano.

Sul modello della poesia nordica, si diffonde anche nel romanticismo italiano il genere della ballata. A introdurli per primo fu Giovanni Berchet, che tradusse alcuni brani di Gottfried August Bürger nella sua Lettera semiseria. Anche le ballate sono opere narrative in versi, dalla forte impronta lirica. Raccontano vicende ammantate da elementi magici e fantasiosi, che riprende elementi tipicamente romantici come il macabro e il sentimentale. Il più rappresentativo autore di questo genere di componimenti è Luigi Carrer.

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