Ultimo aggiornamento: 28 Gennaio 2023

Il romanticismo in Italia arrivò più tardi rispetto al resto d’Europa e la sua diffusione trovò la resistenza da parte dei molti letterati neoclassici. Quello italiano fu un romanticismo moderato, che si legò a doppio filo al Risorgimento e alle lotte per l’unità nazionale, raggiunta nel 1861.

L’arrivo del romanticismo in Italia

Per convenzione si fa risalire l’arrivo del romanticismo in Italia al 1816, anno in cui Madame de Stäel pubblicò sulla rivista «Biblioteca» un articolo intitolato Sulla maniera e l’utilità delle traduzioni. Secondo la scrittrice francese, era necessario rinnovare la cultura italiana dell’epoca aprendola alla conoscenza delle opere romantiche straniere. Quello che si aprì fu un vivace dibattito sulla diffusione del gusto romantico in Italia, che diede il via allo scontro tra intellettuali classicisti e sostenitori della nuova corrente artistica (la nota polemica classico-romantica).

Caratteri del romanticismo in Italia

A separare classicisti e romantici c’erano alcuni aspetti. I classicisti per esempio tenevano in considerazione la tradizione letteraria italiana, mentre i romantici sostenevano la necessità di un rinnovamento culturale. La letteratura non doveva più rivolgersi solo a un élite, come era sempre stato nella tradizione italiana, ma doveva aprirsi a una letteratura popolare rivolgendosi direttamente al ceto medio. Di conseguenza si abbandonava il linguaggio aulico in favore di un lingua più libera, senza i vincoli formali imposti dal classicismo. Questi vincoli, infatti, secondo i poeti romantici inaridivano la poesia.

A differenza degli autori romantici europei, però, i romantici italiani non adottarono soluzioni formali estreme, così come non diedero vita a fantasie sfrenate. Per questo si dice che quello italiano fu un romanticismo moderato. I poeti italiani si proponevano una letteratura orientata al vero e che favorisse il progresso della società. La poesia doveva quindi promuovere determinati valori e principi, che fossero da base per l’unità e l’armonia sociale.

Bisogna inoltre tenere presente che, a differenza di altri paesi europei, in Italia non esisteva una classe borghese moderna. La penisola era politicamente divisa e arretrata economicamente. Da qui l’esigenza, percepita da parte degli intellettuali, di rinnovare l’intera società italiana. Mentre quindi in Germania, Inghilterra e Francia gli intellettuali vivevano la spaccatura con la società moderna, in Italia era invece diffuso un certo ottimismo per il rinnovamento politico e sociale. I conflitti e le tematiche irrazionalista emergeranno solo dopo la fine del Risorgimento, con il movimento della scapigliatura.

L’Antologia e le riviste del romanticismo in Italia

Alla diffusione del romanticismo contribuirono in modo significativo alcune riviste. Tra queste, particolarmente importante fu l’esperienza di «Antologia». Nata a Firenze nel 1821 sulle ceneri del «Conciliatore», vide la luce grazie al commerciante ginevrino Giampietro Vieusseux, che nel 1819 aveva fondato il «Gabinetto di lettura». La rivista culturale aveva tra i suoi animatori proprietari terrieri, intellettuali laici e cattolici. Godendo delle maggiori libertà concesse dal Granducato di Toscana, l’«Antologia» proseguì con l’impegno politico già avviato dal «Conciliatore».

Invece di questione teoriche e letterarie, infatti, la rivista si occupò di politica, ponendosi su posizioni progressiste. In particolare, i suoi collaboratori erano orientati a un cattolicesimo moderato, aperto alla modernità e alle sue innovazioni. Le pagine dell’«Antologia» sostennero proposte che miravano all’ammodernamento dell’agricoltura e alla scolarizzazione delle classi meno agiate. Quando la prospettiva della rivista si allargò a comprende tutta la penisola italiana, iniziarono gli interventi della censura, che portano alla chiusura nel 1833.

I protagonisti del romanticismo italiano

Quali sono gli intellettuali protagonisti del romanticismo in Italia? I due più importanti esponenti furono senza dubbio Giacomo Leopardi e Alessandro Manzoni. Elementi riconducibili al romanticismo si possono però ritrovare anche nelle opere di Ugo Foscolo. Tra gli altri autori romantici si possono ricordare Ludovico di Breme, difensore del romanticismo nella polemica classico-romantica, e Giovanni Berchet, autore della Lettera semiseria di Grisostomo al suo figliolo, uno dei manifesti del romanticismo italiano. Importante fu anche l’opera di Niccolò Tommaseo: autore cattolico, fu poeta e tra gli animatori di «Antologia». Uno dei vertici del romanticismo in Italia fu però in campo musicale e teatrale: il melodramma romantico di Giuseppe Verdi fece conoscere la cultura italiana dell’Ottocento in tutta Europa.

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