Ultimo aggiornamento: 28 Gennaio 2023

Un riassunto della polemica classico-romantica: le principali posizioni dei sostenitori del classicismo e del romanticismo.

La polemica classico-romantica: riassunto e coordinate

Iniziamo il nostro riassunto della polemica classico-romantica dando qualche coordinata storica. Rispetto al resto d’Europa, il romanticismo arrivò in Italia più tardi e faticò a diffondersi perché si scontrò con la resistenza degli intellettuali classicisti. All’inizio dell’Ottocento, la lirica italiana era ancora legata ai modelli del classicismo, anche se in alcuni autori dell’epoca, come Foscolo, è possibile osservare l’influenza del preromanticismo.

La polemica classico-romantica esplode nel gennaio 1816, quando Madame de Stäel pubblica un articolo in cui sostiene che la cultura italiana deve svecchiarsi, guardando alle esperienze letterarie dell’Europa contemporanea. Si apre così un dibattito tra chi è favorevole alle innovazioni proveniente dalla poetica romantica e chi invece ritiene che la poesia italiana debba rimanere legata alla sua tradizione classica. Di fatto, la polemica si esaurirà nel 1819, quando la censura fece chiudere «Il Conciliatore», principale organo di diffusione delle teorie romantiche in Italia.

Madame de Stäel: l’utilità delle traduzioni

Madame de Stäel ebbe un ruolo decisivo nella diffusione del romanticismo tedesco in Francia e in Italia. Nel 1813 pubblicò infatti La Germania, un trattato che fece contribuì a far conoscere l’arte, la letteratura e la filosofia tedesche contemporanee. Tre anni più tardi sulle pagine della «Biblioteca italiana» sempre de Stäel pubblicò un articolo intitolato Sulla maniera e l’utilità delle traduzioni. Per la scrittrice francese, la cultura italiana del primo Ottocento era chiusa nell’esaltazione del passato e avrebbe potuto rinnovarsi attraverso la conoscenza delle letterature straniere.

Havvi oggidì nella letteratura italiana una classe di eruditi che vanno continuamente razzolando le antiche ceneri, per trovarvi forse qualche granello d’oro; ed un’altra di scrittori senz’altro capitale che molta fiducia nella lor lingua armoniosa […]

Da qui l’invito a tradurre le opere di altre nazioni:

Dovrebbero a mio avviso gl’italiani tradurre diligentemente assai delle recenti poesie inglesi e tedesche; onde mostrare qualche novità a’ loro cittadini, i quali per lo più stanno contenti all’antica mitologia, né pensano che quelle favole sono da un pezzo anticate, anzi il resto d’Europa le ha già abbandonate e dimenticate.

Polemica classico-romantica: riassunto delle posizioni classiciste

L’articolo suscitò accese polemiche, soprattutto tra i classicisti, chiamati in causa dalle parole di Madame de Stäel. Gli intellettuali legati al classicismo rimarcarono la perfezione della letteratura classica greca e romana, modelli ideali degni di imitazione. Ma non solo: la difesa della tradizione letteraria italiana aveva anche intenti patriottici, poiché si voleva tutelare la cultura della penisola dalle ingerenze straniere. In questo senso sono chiare le parole di Pietro Giordani, che così risponde a de Stäel:

conviene che la poesia e la letteratura si mantenga italiana: ma non può mantenersi tale, frammischiandovi quelle idee settentrionali, che per nulla si possono confare alle nostre.

Polemica classico-romantica: riassunto delle posizioni a favore del romanticismo

Una parte degli intellettuali italiani, però, si dimostra attenta alle voci provenienti dal resto d’Europa. Dal 1816 in poi è un fiorire di articoli e saggi che possono essere considerati dei veri e propri manifesti del romanticismo italiano. Tra questi: Intorno all’ingiustizia di alcuni giudizi letterari italiani di Ludovico di Breme, la Lettera semiseria di Grisostomo al suo figliuolo di Giovanni Berchet, le Avventure letterarie di un giorno di Pietro Borsieri, le Considerazioni sul “Giaurro” di Byron di di Breme e le Idee elementari sulla poesia romantica di Ermes Visconti.

Dalle nuove esigenze nasce anche, nel 1818, una nuova rivista, il «Conciliatore», fondato da un gruppo di intellettuali distaccatosi «Biblioteca Italiana», rivista a carattere conservatore. Silvio Pellico ne fu il caporedattore, mentre tra i collaboratori spiccano i nomi di Borsieri, di Breme, Berchet e Visconti. Lo stesso titolo della rivista rimanda all’esigenza di conciliare la ricerca tecnico-scientifica con la letteratura, l’illuminismo con il romanticismo. In generale, scopo della rivista era favorire lo sviluppo e il progresso della società italiana, anche diffondendo i princìpi del romanticismo. Il «Conciliatore» ebbe però vita breve: la censura austriaca lo chiuse nel 1819.

Sul web

Veduta di Napoli Precedente La poesia nel romanticismo italiano
Carlo Bossoli, La battaglia di Solferino Successivo Letteratura e politica nel Risorgimento italiano