Ultimo aggiornamento: 6 Gennaio 2024

Nel corso del Duecento assistiamo alle origini della letteratura italiana. Ciò avvenne con un secolo di ritardo rispetto alla Francia, e anche la situazione storica e politica è quindi diversa. Al tramonto del sistema feudale segue un nuovo modello di vita associata, che ha come centro la città. Il cittadino, a differenza del cortigiano, partecipa direttamente alla vita politica, e in città si sviluppa un’economia di scambio. In questi secoli si sviluppò quindi la letteratura in volgare italiano, che si espresse da subito in forme molti raffinate e sofisticate. La nascente letteratura italiana subì infatti l’influenza dei modelli in lingua d’oc e d’oïl, e quelli provenienti dalla letteratura latina e mediolatina.

Situazione storica alle origini della letteratura italiana

La situazione italiana tra il XII e il XIV secolo era divisa in due realtà politiche:

  • al centro-nord, dall’XI secolo, si formarono i Comuni, città autonome rette da ordinamenti repubblicani;
  • al sud si succedettero diverse monarchie (normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi).

Al centro, invece, si rafforzò lo Stato della Chiesa. Le autorità dell’imperatore e del papa, tuttavia, si svuotarono sempre più di valore. D’altra parte, il particolarismo municipale portava i Comuni a essere in lotta tra di loro. Il tentativo di Federico Barbarossa, che cercò di conquistare le città del nord, fallì in seguito alla battaglia di Legnano (1176). Di conseguenza, la crisi del potere imperiale portò al rafforzamento dei Comuni.

Nei primi anni del Duecento si consumò lo scontro tra il potere papale e il partito ghibellino, che aveva nell’imperatore Federico II il suo punto di riferimento. In seguito alla morte del sovrano (1250), il papa Bonifacio VIII intervenne nelle lotte a Firenze tra bianchi e neri, allo scopo di rafforzare la propria influenza nell’Italia centrale. La Chiesa però entrò in conflitto con la monarchia francese, situazione da cui scaturì una fase di crisi. Tra il 1309 e il 1377 la sede papale fu spostata ad Avignone.

Nello stesso periodo sorsero vari movimenti spirituali che promuovevano un rinnovamento della vita ecclesiastica. Alcuni di questi furono combattuti in quanto considerati eretici. Altri, come gli ordini mendicanti (francescani e domenicani), ebbero un ruolo chiave nel rinnovamento della Chiesa.

Le origini della letteratura italiana: prime testimonianze in volgare italiano

La prima testimonianza nota di testo scritto in volgare italiano è l’Indovinello veronese (VIII secolo), scritto da un chierico-copista di uno scriptorium veronese. L’indovinello recita:

Se pareba boves, alba pratalia araba,
albo versorio teneba, et negro semen seminaba.

Secondo l’interpretazione più diffusa, l’indovinello parla di uno scrittore e paragona la penna a un aratro bianco (albo versorio) che viene spinto per seminare segni neri (negro semen seminaba), cioè le lettere, su un campo bianco (alba pratalia).

Al 960 risale invece il placito capuano. Si tratta di una dichiarazione in volgare, inserita in un testo notarile scritta in latino, di un testimone che attribuisce la proprietà di alcune terre all’abbazia di Montecassino. Dice infatti:

Sao ko kelle terre, per kelle fini que ki contene, trenta anni le possette parti Sancti Benedicti

(So che quelle terre, entro quei confini di cui si parla, li ha posseduti per trent’anni l’abbazia di San Benedetto).

Altro celebre testo è riportato in un affresco nella basilica di San Clemente al Laterano a Roma. La scena rappresenta il martirio di san Clemente: Sisinnio ordina di incarcerare il santo, il quale però si è liberato grazie a un miracolo. Gli aguzzini si ritrovano invece a trascinare pietre e a urlare improperi in volgare. Il risultato è un vero e proprio dialogo:

SISINIUM: Fili de le pute, traite. (Figli di puttana, tirate)
GOSMARIUS: Albertel, trai. (Arbetello, tira)
ALBERTELLUS: Falite dereto co lo palo, Carvoncelle! (Mettiti dietro a lui con il palo, Carboncello!)
SANCTUS CLEMENS: Duritiam cordis vestris, saxa traere meruistis. (Per la durezza dei vostri cuori, avete meritato di trascinare pietre) »

Aree di sviluppo della letteratura italiana

Gli studiosi individuano tre filoni nello sviluppo della letteratura italiana:

  • un primo nucleo di poesia nuova nacque in Siciali, risalì in Toscana e giunse fino a Bologna;
  • un altro tipo di letteratura si sviluppa invece tra l’Abruzzo e le Marche, avendo l’Umbria come suo centro;
  • una terza area, indipendente dalle prime due, si sviluppa a nord sulla dorsale appenninica e sul Po.

Nel Duecento inoltre la situazione linguistica era molto variegata: mancava una lingua unitaria, e sul territorio italiano sorsero esperienze letterarie tra loro molto diverse. Continuavano inoltre a essere usate, come lingue poetiche, il provenzale (soprattutto al nord) e la lingua d’oïl (in cui è scritto il Tresor di Brunetto Latini).

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