Ultimo aggiornamento: 19 Agosto 2022

La luna e i falò, riassunto del più famoso romanzo di Cesare Pavese, riflessione sui temi dell’infanzia, delle radici e della Resistenza. Pubblicato nel 1950, pochi mesi prima della morte dello scrittore, riprende molti riferimenti autobiografici.

Personaggi

  • Anguilla, il protagonista della storia, è un emigrante tornato nelle Langhe dall’America;
  • Nuto, amico d’infanzia di Anguilla;
  • Cinto, un ragazzo con una grave malformazione, stringe amicizia con Anguilla;
  • Santa, una ragazza molto bella, di cui Anguilla scopre la storia da Nuto.

La luna e i falò: riassunto della trama

Alla fine della seconda guerra mondiale, Anguilla, il protagonista e narratore (che viene sempre chiamato solo con il soprannome), torna nel paese natio, nelle Langhe. Insieme all’amico Nuto, Anguilla ripercorre la sua infanzia. Da bambino era infatti stato abbandonato e adottato da due contadini. Alla cascina della Mora, dove viveva a lavorava insieme al padre adottivo, aveva conosciuto le tre figlie del fattore: Irene, Silvia e Santa.

Tornato in Italia spinto da un senso di attaccamento per le sue origini, visita anzitutto la vecchia casa del padre. Qui conosce il suo attuale proprietario, Valino, e suo figlio Cinto, un ragazzo fragile per il quale Anguilla sviluppa subito un sentimento di affetto. Quando poi Valino compie una strage in famiglia e poi si uccide, Cinto si rifugia da Anguilla e Nuto, che lo aiutano come possono.

Insieme a Nuto, però, Anguilla ritorna anche agli anni della guerra e della Resistenza. Apprende così la triste fine delle tre sorelle che aveva conosciuto da bambino. In particolare, è la morte di Santa a colpirlo particolarmente. La ragazza infatti, accusata di essere una spia dei fascisti, era stata giustiziata dai partigiani e il suo cadavere bruciato. Con questa immagine il romanzo si chiude.

Analisi

La luna e i falò, così come le ultime opere di Pavese (La casa in collina, La bella estate), ruota attorno al tema dell’impotenza di fronte alla storia. Per farlo, lo scrittore deve anzitutto guardare alle sue debolezze e al rimorso per queste debolezze. Questo tuttavia lo porta a osservare anche le debolezze altrui. Come visto nel riassunto de La luna e i falò, della Resistenza Pavese mostra anche l’accanimento, le vigliaccherie, l’abbandono delle ragioni etiche e civili. Il fuoco dei falò citato nei titoli fa riferimento a un’antica tradizione contadina, ma anche ai fuochi che bruciano i corpi – corpi un tempo giovani e belli, come nel caso di Santa.

Come in altre storie di Pavese, anche qui compare un orfano: Anguilla è infatti stato abbandonato da bambino. È un’immagine, il simbolo di chi non ha radici e quindi ha dovuto adottare quelle altrui. Un altro tema centrale è infatti quello delle radici, a cui la scrittura di Pavese cerca di dare un ordine. La sua è una prosa asciutta, lucida e disincantata, che non lascia spazio a consolazioni e rivela solo verità incompiute e sfuggenti.

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