Ultimo aggiornamento: 28 Gennaio 2023

Negli anni tra le due guerre in Europa si diffuse un nuovo interesse per gli scrittori americani contemporanei. Sotto la loro influenza, il romanzo del Novecento si aprì al realismo e all’impegno politico. A partire dagli anni cinquanta iniziò però una nuova fase, segnata dall’avanguardia e dalla sperimentazione. Si arriva così a tempi più vicini a noi: il romanzo moderno cerca di mediare tra qualità letteraria e successo commerciale.

Romanzo del Novecento e impegno politico: l’età del realismo

A partire dagli anni venti un gruppo di giovani scrittori statunitensi trovarono sempre più spazio tra i lettori europei. Erano Sinclair Lewis, Francis S. Fitzgerald, Ernest Hemingway, William Faulkner, John Steinbeck e altri. La loro era una narrativa realistica, in cui però la realtà veniva mostrata in tutta la sua crudezza con un linguaggio immediato. Uno stile che affascinò gli scrittori dell’epoca. In Italia, per esempio, Elio Vittorini curò una celebre antologia intitolata Americana, che ebbe una travagliata storia editoriale.

Nella letteratura italiana questa esigenza di realismo fu alla base del neorealismo. In questa corrente possono essere raccolti importanti autori del Novecento come Moravia, il già ricordato Vittorini, Pavese, Fenoglio, Calvino e molti altri. In polemica con il disimpegno del decadentismo, si diffuse inoltre l’idea che gli intellettuali dovessero avere un ruolo attivo nella società. Molti scrittori quindi si impegnarono in politica, spesso nelle file della sinistra, intervenendo spesso nei dibattiti pubblici.

In Francia, la stagione dell’impegno politico degli intellettuali coincise con lo sviluppo dell’esistenzialismo, che ebbe tra i suoi maggiori esponenti Camus e Sartre.

Sperimentazione e avanguardia

A partire dagli anni cinquanta lo scenario cambiò. L’espansione dei sistemi di produzione capitalistico diffusero su tutto il pianeta beni di consumo. Anche le comunicazioni si trasformano, grazie alla maggiore pervasività dei mass media. In questo contesto, anche il romanzo diventa un bene di consumo, sottoposto alle leggi del mercato. Alcuni intellettuali, però, insorsero contro quella che ai loro occhi è una degenerazione.

In Germania tra il 1947 e il 1967 fu attivo il Gruppo 47, una libera associazione di giovani scrittori che si proponeva di risanare la cultura tedesca dopo gli orrori del totalitarismo nazista. Il gruppo diede spazio a molti autori emergenti, come Böll e Grass. In Francia si affermò la corrente del nouveau roman, di cui il capofila fu Robbe-Grillet. Il più rilevante gruppo italiano della neoavanguardia fu invece il Gruppo 63, che aveva tra i suoi componenti Manganelli, Sanguineti, Eco, Arbasino e molti altri.

Romanzo del Novecento e successi commerciali

A partire dagli anni sessanta il rapporto tra letteratura e mercato editoriale diventò più stretto. Si affermarono così generi considerati di intrattenimento, come il giallo, il romanzo di spionaggio e il romanzo rosa. Gli autori di successo, capaci di sfornare best seller in grado di scalare le classifiche di vendita, assunsero un ruolo sempre più importante.

Il romanzo del Novecento, negli ultimi anni del secolo, divenne però anche uno strumento espressivo per la nascente postmodernità. Il romanzo postmoderno si caratterizza per la commistione di generi tra di loro diversi ed eterogenei. Un esempio ormai classico è Il nome della rosa di Umberto Eco, in cui vengono mescolati elementi del romanzo storico, del romanzo di idee, del saggio filosofico, del giallo.

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